Restituzione agricola

Pubblicato il 21-09-2020

di Arsenale dell’Incontro

Il lockdown è arrivato qui in Giordania mentre ci stavamo preparando alla semina estiva e in piena stagione del raccolto di fave e piselli. Improvvisamente ci siamo ritrovate da sole con tutto il lavoro che normalmente facevamo insieme a una trentina di ragazzi diversamente abili del programma di formazione professionale, un ingegnere agrario e un contadino. Abbiamo presto capito che il lavoro era troppo grande per essere portato avanti tutto e così abbiamo deciso di concentrare le forze sulle verdure già seminate e quasi pronte da raccogliere, perché nulla andasse sprecato specialmente in un tempo difficile come questo. Abbiamo raccolto gli ultimi spinaci, i cavoli rossi e i broccoli, qualche insalata superstite, abbiamo tenuto d’occhio le fave e i piselli che continuavano a crescere e dato da bere agli ulivi e agli alberi da frutta.

Ma con il passare delle settimane e la complicità di alcuni giorni di temporale seguiti dai primi giorni molto caldi della stagione ci siamo ritrovate ad affrontare un ulteriore problema: l’erba è cresciuta moltissimo! Il verde che da febbraio ad aprile qui fa diventare il paesaggio sempre molto suggestivo è sparito nel giro di pochi giorni, lasciando il posto al giallo dell’erba ormai secca. Il lockdown ci ha impedito di poter chiamare subito un trattore e quando i mezzi agricoli hanno riavuto il permesso di circolare, l’erba era talmente alta da impedire l’accesso al campo e ogni lavoro agricolo. Con le le fave e i piselli ormai pronti da raccogliere era necessario intervenire in fretta.

Abbiamo iniziato a cercare aiuti e trovato tante porte chiuse... così abbiamo pensato di telefonare a un amico di vecchia data dell’Arsenale che ci aveva detto nei giorni precedenti: «Mi raccomando, qualsiasi cosa vi serva ditemelo!». Detto, fatto... viene a vedere e ci dice: «Tranquille, ci penso io». Il giorno dopo ci manda tre lavoratori agricoli e un trattore. Non si limita a ripulire i passaggi e rendere raggiungibile la zona seminata ma fa arare tutti i 33 ettari del nostro campo. Ci regala lui l’intero lavoro. Ora le fave e i piselli sono raggiungibili, ma ci rendiamo conto che il costo degli operai che ci aiutino è ben superiore al valore del raccolto... servirebbe qualcuno che restituisca gratuitamente il lavoro degli operai per fare una carità alle famiglie che aiutiamo e che in questo periodo fanno fatica a trovare e comprare verdura buona e fresca. Così decidiamo di contattare alcune delle persone che normalmente sono “clienti affezionati” del nostro “bazar delle verdure” per chiedere loro se sono disponibili ad aiutarci per questa restituzione: regalarci la raccolta della verdura per poterla donare. Alla prima telefonata spieghiamo la situazione e riceviamo questa risposta: «Tranquille, a questa carità ci penso io».

Riceviamo molto più del necessario. Nel giro di pochi giorni tutti i piselli e le fave sono raccolti e riusciamo a far arrivare a qualche famiglia un po’ di verdura. Piccoli segni di speranza e di restituzione anche al tempo del lockdown. Perchè se il cuore sa commuoversi, nulla può bloccare la generosità... e la felicità di far felici gli altri.

 

Arsenale dell'incontro
NP Giugno/Luglio 2020

 

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