Vice-presidente da Câmara italiana visita o Arsenal da Esperança

Pubblicato il 07-09-2014

di ARSENAL DA ESPERANÇA

Sábado, 7/09, no Arsenal da Esperança, recebemos a visita da vice-presidente da Câmara italiana, Marina Sereni, que nestes dias está realizando uma visita oficial ao Brasil. A deputada Sereni (recém-nomeada presidente da comissão parlamentar italiana instituída no âmbito de um acordo de colaboração entre os Parlamentos da Itália e do Brasil) estava acompanhada pelo embaixador da Itália no Brasil, Raffaele Trombetta, pelo Cônsul Geral da Itália em São Paulo, Michele Pala e pelo doutor Donato Di Santo (tra Italia e America Latina). 

Abaixo, matéria (em italiano) extraída do site <http://www.marinasereni.it/>:  

"LI' DOVE APPRODARONO I NOSTRI AVI MIGRANTI E... SI TORNA!"
(...) Finiamo la mattina, prima di andare in aeroporto con una visita al Museo dell'Immigrazione e all'Arsenale della Speranza. Si tratta di uno stesso complesso di edifici che un tempo ospitavano la Hospedaria, il centro di accoglienza, cura e smistamento degli immigrati che arrivavano qui. Una parte oggi ospita un bellissimo Museo dell'Immigrazione, ristrutturato e riaperto da poco, innovativo nell'impianto e nella forma.  "La sfida - ci dice la giovane direttrice - era quella di leggere le migrazioni come un fenomeno connaturato con l'essere umano. Non una storia di ieri, ma una storia sempre in movimento, anche oggi. Ecco perché accanto ad oggetti, foto, lettere di tanti anni fa, ci sono i volti e le storie di chi oggi arriva in Brasile o di chi dal Brasile oggi decide di partire." Inutile dire che qui gli italiani sono passati in tanti e che nomi e oggetti parlano di noi, del ruolo irripetibile che i nostri connazionali hanno avuto nella costruzione di questa metropoli.

L'altra parte degli edifici che un tempo appartenevano alla Hospedaria sono ancora un luogo di accoglienza. Uno spazio ed un'esperienza davvero straordinari, questo Arsenale della speranza del Sermig: ospitano oltre 1.200 persone ogni giorno, sono "uomini di strada", persone in difficoltà, spesso dipendenti da droghe o alcool, senza lavoro e senza fissa dimora. Qui non solo dormono e mangiano la mattina e alla sera ma fanno anche corsi professionali, imparano a fare i muratori, i panettieri, i pasticceri, ad usare internet... I responsabili della struttura ci raccontano la loro forma di organizzazione, le regole che consentono a questo posto di essere straordinariamente ordinato e pulito pur ospitando una quantità così elevata di persone, le donazioni che ricevono e quelle che mancano per migliorare le strutture e attività. Li salutiamo con grande ammirazione, portandoci dietro la loro serena e determinata capacità di fare il bene".

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