Troppa plastica

Pubblicato il 02-07-2024

di Valentina Turinetto

La foto che ha vinto l’edizione di quest’anno del British Wildlife Photography Awards, un prestigioso premio inglese per gli scatti di ambienti naturali, ritrae un pallone da calcio in mare aperto che è diventato uno “scoglio”; infatti, nasconde una colonia di crostacei sotto il livello dell’acqua. Questo scoglio artificiale, percorrendo un lungo viaggio nell’oceano, è giunto fino alle coste inglesi, permettendo agli esseri viventi trasportati di influire sull’ecosistema locale. Questo è uno dei tanti esempi di come l’inquinamento da plastica continua a diffondersi negli oceani.

La plastica è oramai onnipresente: rifiuti, grandi o piccoli, si trovano sui fondali oceanici e sulle cime delle montagne; inoltre, microscopiche particelle di materiale plastico sono state individuate nel sangue umano e nel latte materno. L’inquinamento da plastica negli ultimi anni è aumentato, basti pensare che la produzione annua è più che raddoppiata negli ultimi 20 anni, raggiungendo 460 milioni di tonnellate (solo il 9% della plastica è riciclata). Infine, la produzione della plastica ha un impatto anche sul riscaldamento globale: nel 2019 ha rappresentato oltre il 3% delle emissioni globali di gas serra.

Consapevoli della minaccia per l’equilibrio e la qualità della vita di tutti gli esseri viventi, nel 2022 il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha concordato di lavorare sul primo trattato globale contro l’inquinamento da plastica, volto a stabilire misure vincolanti per limitare la produzione e il consumo della plastica e rafforzare il suo riciclo e la gestione dei rifiuti. Una delle maggiori difficoltà è trovare una posizione e delle proposte condivisibili dai Paesi membri dell’opec (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). Ci sono già stati tre incontri che hanno permesso di stilare la “bozza zero” di questo trattato. Prossimamente ci saranno gli ultimi due incontri, in Canada e in Corea del Sud, con l’obiettivo di concludere in modo ufficiale il trattato entro il 2024.
Un gruppo di scienziati che offre consulenza ai negoziatori del trattato ha stilato una lista di oltre 16mila sostanze chimiche plastiche, evidenziando che oltre 4mila presentano caratteristiche di pericolosità maggiore perché persistenti, tossiche e/o in grado di accumularsi negli organismi viventi. Gli scienziati chiedono quindi che il trattato comprenda l’elenco delle molecole “pericolose” e che le industrie produttrici di plastiche dichiarino i componenti presenti nei loro prodotti.

Sarà importante che nel trattato finale i Paesi non optino per scelte volontarie, ma per decisioni forti, per arginare in modo sostanziale il problema. È auspicabile che si indichino le misure per eliminare la plastica più dannosa e creare uno standard minimo comune a livello globale; che siano presenti dei divieti globali sui prodotti in plastica ad alto rischio, sui polimeri e sugli additivi potenzialmente pericolosi. La bozza prevede infine la possibilità di sviluppare requisiti comuni per progettare prodotti tali da garantire un’economia circolare della plastica.


Valentina Turinetto
NP maggio 2024

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok