Paolo Conte - Bartali

Pubblicato il 29-08-2013

di Gianni Giletti

Che dire ? La non-canzone per eccellenza.
Non rispetta nessuna regola ma non contiene nessun errore. Concetto che è applicabile a quasi tutte le canzoni dell’avvocato d’Asti, che si diverte a usare la musica per raccontarci non-storie, riuscendo però a catturare immagini come pochi in Italia, inserendole poi nel personale album che ognuno di noi ha in testa.
La capacità e la classe di Conte è tutta qui: musica storta per immagini folgoranti di storie improbabili. Grandissimo.


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Paolo Conte

Disco immortale, uno dei più influenti nella storia del rock, qui esce davvero il suono “Deep Purple” che ha ispirato, insieme ai Led Zeppelin, grammatica e sintassi dell’hard rock per le band a venire.

Drumming potente ma non eccessivo, chitarra tirata, voci di ghisa, insomma tutto quello che serve per emozionare.

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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