C2C - Down the road

Pubblicato il 31-03-2013

di Gianni Giletti

Quando si parla di nuovi suoni, ecco un esempio.
Qui il sacro verbo del blues è stato centrifugato con molta perizia assieme all’elettronica. Forse offenderà i puristi, ma a me piace davvero perché la musica – come tutta l’arte – è anche spingersi oltre, non solo rifare il già fatto.
Certo, quando l’avanguardia diventa manierismo, allora merita di restare nel dimenticatoio. Ma quando tenta di comunicare cose nuove, utilizzando strumenti e idee fino ad allora poco conosciute, quando prova mescolare tradizione e novità, quando esce dal solco del trito e ritrito e lo fa con un alto quoziente artistico, allora merita la nostra attenzione perché con il tempo rischia di diventare un classico.
La parola magica però di questo modo di vedere la musica è comunicazione. L’artista che vuole percorrere questo sentiero deve saperlo fare, altrimenti suona solo per sé stesso o al massimo per qualche ristrettissimo gruppo d’elite che, come si dice, se la canta e se la suona.
Questi ragazzi sono francesi, provengono da due band diverse – una, Hocus Pocus, l’abbiamo ascoltata poco tempo fa – e riescono nell’intento di comunicare e piacere.
Bravi.
 


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