Charlie Parker - Blues for Alice

Pubblicato il 30-06-2013

di Gianni Giletti

In questo periodo passiamo da un fenomeno all’altro, giù il cappello per il più grande.
Charlie Parker è stato uno dei più grandi musicisti del secolo scorso
, deviando letteralmente il corso della musica jazz negli anni 40, con il suo sax, la sua incredibile sensibilità melodica e la capacità di suonare, primo fra tutti, su accordi lontani dalla tonica, creando imbarazzo a quel tempo anche nel pubblico – una volta con Gillespie hanno suonato con la schiena rivolta al pubblico che li contestava.
Qui comunque line-up di superstar, con Red Rodney alla tromba, addirittura John Lewis al piano, i grandissimi Ray Brown e Kenny Clarke, contrabbasso e batteria.
Eppure adesso sembra jazz normale. I geni sono coloro che dall’avanguardia passano direttamente ad essere dei classici.
Ancora oggi – Parker muore nel 1955 è il sassofonista che mi piace più di tutti, per la passione che ci mette, per la magia che crea, per come va a cercarsi i guai – melodici, intendo – per poi risolverli con genialissime e irridenti cascate di note.


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Charlie Parker

Disco immortale, uno dei più influenti nella storia del rock, qui esce davvero il suono “Deep Purple” che ha ispirato, insieme ai Led Zeppelin, grammatica e sintassi dell’hard rock per le band a venire.

Drumming potente ma non eccessivo, chitarra tirata, voci di ghisa, insomma tutto quello che serve per emozionare.

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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