Charlie Parker - Laird bird

Pubblicato il 05-03-2015

di Gianni Giletti


Caro Charlie, sei ancora il mio sassofonista preferito, anche sei morto da sessant’anni.
La  pulizia del suono, le idee musicali, quel modo di porgere la melodia, non lo ha più avuto nessuno. E sì che di sassofonisti – anche bravi – ne sono passati in questo tempo.
Ma tu resti unico e non solo per il tuo sax, ma anche perché hai deviato il corso della storia del jazz verso un sentiero da cui non è più tornato indietro.
Tu, Gillespie, Monk, Roach, Powell e pochi altri avete spinto lo “sfinimento” dello swing anni 30 verso un’avanguardia che è diventata classico nel giro di qualche stagione.
Immenso.

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Charlie

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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