Fabrizio De Andrè - Canto del servo pastore

Pubblicato il 09-05-2023

di Gianni Giletti

In questo gioiello della canzone italiana di ogni tempo, oltre al testo, su cui non posso avere commenti, data la poesia irripetibile che esprime, mi colpisce l’arrangiamento, tutt’altro che banale, che valorizza ancora di più i suoi testi.
All’inizio della sua carriera, veniva contestato a Faber di essere un genio per i testi, ma con poca attenzione alla musica. A parte che non è proprio così, lui comunque, fubbo (!!!!), negli anni successivi si è circondato di musicisti eccelsi – Mauro Pagani e suo figlio Cristiano su tutti – per appunto sfruttare al massimo il suo potenziale.
Qui si nota l’attenzione al particolare. Basso con un riff che sembra uguale ma che non lo è, cambio di passo della batteria dopo la metà del brano, pad che entra a un certo punto, sottolineando quella frase e poi basta, intervalli anomali sparsi qua e là, chitarrina giusto per il riff, che poi ricordi forever…
Piccole attenzioni, che fanno di un brano già spesso di suo, un capolavoro.
Leggenda.


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Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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