Fabrizio De Andrè - Il suonatore Jones

Pubblicato il 01-05-2014

di Gianni Giletti

Quando arriverò alla fine della vita, spero di poter dire con convinzione l’ultimo verso di questo affresco, a cui gli dei della musica hanno permesso di diventare canzone.
Brano struggente se c’è n’è uno, da parte mia porta tanti ricordi, avendolo eseguito in lungo e in largo nella mia giovinezza quando, invece dell’attuale basso, suonavo la chitarra e cantavo.
Il testo sembra che incarni l’essenza dell’artista maledetto, ma a vedere bene, in realtà dell’artista tout court, che qui e’ descritto come uno che non sente, non vede, non pensa come gli altri.
Ed è proprio questo che distingue gli artisti – di qualunque disciplina – dal resto del mondo.
Stupenda.

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Faber

Disco immortale, uno dei più influenti nella storia del rock, qui esce davvero il suono “Deep Purple” che ha ispirato, insieme ai Led Zeppelin, grammatica e sintassi dell’hard rock per le band a venire.

Drumming potente ma non eccessivo, chitarra tirata, voci di ghisa, insomma tutto quello che serve per emozionare.

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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