Jeffrey Martin - Coal fire

Pubblicato il 26-07-2016

di Gianni Giletti


Quando parte il violoncello, con quel suono ruvido, cartavetrato, mi si stacca la coronaria.
Jeffrey l'abbiamo già ospitato in questa paleozoica rubrica e ci porta sempre malinconia, con quella sua voce obliqua, quel timbro di contrabbasso così scuro, profondo, canzone da "efferto deserto", che ti sembra di vedere sabbia, cactus e pinnacoli.
Roba ai minimi termini, chitarrina ipnotica che gira e gira sugli stessi accordi, canzone minimale ma profonda.
Sospiro.

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Jeffrey

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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