In questa canzone, la voce di Joni Mitchell è il faro che ci guida in mezzo ad una “tempesta di suoni” altrimenti poco comprensibile. Brano di quel genio imperscrutabile che risponde al nome di Charles Mingus, vent’anni dopo Joni ci aggiunge le parole e lo rende leggendario, con un manipolo di musicisti che abbagliano. Jaco Pastorius su tutti, ma anche Peter Erskine, Herbie Hancock, Wayne Shorter dipingono un quadro impressionista, che la voce di Joni fa diventare un capolavoro assoluto e monco, come un ciclope con un occhio solo. Manca qualcosa, una dimensione, lo si sente, ma il brano è comunque straordinario ed è proprio nella sua imperfezione la sua forza. Estrema.
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