Michael Jackson - Another part of me

Pubblicato il 15-03-2015

di Gianni Giletti


Quando era uscito, c’era talmente tanta bella musica che al povero Michael gli sputavano addosso. Eppure, a riascoltarlo adesso, sembra un fenomeno. E per certi versi lo è stato veramente.
Michael Jackson ha portato allo stato dell’arte la “confezione” di una canzone e questo in tempi non sospetti, cioè quando il videoclip era una novità e non un passo obbligato come oggi. Lì era il suo smisurato talento.
Se guardi i suoi video, non c’è un movimento di meno o di troppo, tutto è calcolato, dosato, pensato, dalla borchia sulla giacca alla smorfia n.353, al minuto tale. Ed è sui video che nascono le sue canzoni, non viceversa.
Visto dal vivo, fa impressione la sua bravura come showman, te credo che le ragazze si strappavano i capelli.
Sulla musica, un gradino sotto.
Aveva dalla sua parte un grandissimo come Quincy Jones, che gliene produceva di ottima, utilizzando soprattutto il pop afroamericano, ma con puntate interessanti verso il funky e la musica nera.
Sul brano di oggi, a parte il contorno, grande ritmica, brano che corre come una freccia, con una vagonata di gente sul palco tra musicisti e ballerini, che però non fanno solo figura, sono essenziali per la riuscita della canzone.
Travolgente.

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Michael Jackson

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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