Michael Manring - The Enormous Room

Pubblicato il 10-01-2016

di Gianni Giletti


Estatico.
E’ il primo aggettivo che mi viene a sentire (e vedere) questo brano, suonato da un “bassista estremo” (così è stato definito), che utilizza il suo strumento in modi non molto ortodossi. Qui lo si vede che cambia accordatura al volo, durante l’esecuzione, utilizza armonici naturali e artificiali, oltre ad altre tecniche che non si vedono spesso.
Il tutto per poter ottenere melodie e armonie dal suono arcano, misterioso e coinvolgente.
Il punto nevralgico degli sperimentatori come Manring è capire se il centro dei loro interessi è la musica o la sperimentazione fine a sé stessa. In sintesi, la cosa che mi chiedo quando sento tentativi del genere, è se la musica che ne esce mi piace.
Come si vede, la domanda è la stessa verso chi usa strumenti e voce in maniera tradizionale.
E qui devo dire, il brano mi affascina. Con uno strumento notoriamente “gregario” come il basso che, anche se traccia la linea che porta gi altri strumenti, tuttavia ha generalmente bisogno di essi, lui riesce comunque a dare un senso compiuto alla musica che ha in testa, tramite i parametri soliti, melodia, armonia e ritmo, anche se ottenuti appunto con tecniche decisamente anomale. E il brano è davvero bello.
Notevole.


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manring

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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