The bastard sons of Johnny Cash - No honky tonk

Pubblicato il 26-06-2014

di Gianni Giletti

Band con un nome è un programma, qui sciorinano un brano che mette allegria, con le chitarre che si arrampicano sugli specchi del ricamo, ritmica in levare che fa tanto highway assolata e violino che riporta indietro il cronometro di un paio secoli, nel pieno dell’epopea americana del West, nel mito della frontiera.
Country, certo, ma non solo; impressionano – a me, almeno – perché suonano compatti, come se fossero uno strumento solo.
Bravi.

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Bastard Sons of Johnny Cash

Disco immortale, uno dei più influenti nella storia del rock, qui esce davvero il suono “Deep Purple” che ha ispirato, insieme ai Led Zeppelin, grammatica e sintassi dell’hard rock per le band a venire.

Drumming potente ma non eccessivo, chitarra tirata, voci di ghisa, insomma tutto quello che serve per emozionare.

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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