William Prince - Bloom

Pubblicato il 19-03-2019

di Gianni Giletti

Sei impelagato nel tuo lavoro al computer e intanto la musica gira, roba spesso inutile e di poco valore. Mentre sei alle prese con una grana seria, senti quasi come un disturbo di frequenza dentro l’orecchio, non ci fai caso e lui sparisce.
Ma poi il disturbo torna, tu infastidito – sei quasi alla soluzione della grana – gli dai retta per un momento e ti accorgi che, in mezzo alla mediocrità solita, c’era una canzone finalmente bella, con una voce piana ma calda, un violino che riffa con moderazione, la solita chitarretta che arpeggia, ma con gusto.
Fermi il treno dei tuoi pensieri e ti accoccoli ai piedi di William, per sentirla ancora e ancora, con quel bella ritmica “a trenino” che mi ghermisce un muggito di approvazione.
Corta, secca e sognante. Respiro a pieni polmoni, sorrido e torno alla mia grana.
Storie di musica quotidiana.


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William

Il brano di per sé non è tra i più famosi, ma in questo disco non ce n’e uno debole per cui, anche qui si gusta davvero il rock d’annata.

Grandi.

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