140 anni di vita

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Non è certamente la speranza di vita di un africano, bensì la longevità vita cui ambiscono 50 persone che negli USA si sono messe “a dieta”…

...di Kizito Sesana


“Riuscirò oggi a mettere in tavola qualcosa per la mia famiglia?” è la domanda che molti abitanti del mio quartiere di Nairobi si fanno ogni mattino. Senz’altro è fra i primi pensieri di Wanjiro, una vedova con tre figli piccoli che per sopravvivere vende verdura da una bancarella appena fuori la sua baracca. Altre persone hanno preoccupazioni ben diverse…

In America ed Europa l’obesità, specialmente fra i giovani, ha raggiunto livelli di emergenza. Ho letto che 50 persone negli Stati Uniti d’America da ormai 4 anni si stanno prestando come cavie per un esperimento futuristico: lo scopo è dimostrare che, con le dovute attenzioni dietetico - sanitarie, ogni persona può vivere fino a 120, probabilmente 140 anni, mantenendo agilità mentale, ottima memoria, muscoli elastici e la capacità di vita sessuale di un quarantenne.
Fra di loro ci sono giornalisti, uomini d’affari, insegnanti, studenti e campioni sportivi. Il segreto principale è la dieta, che non deve superare le 1600 calorie al giorno, con aggiunte dosi massicce di vitamine, selenio e altre sostanze che combattono i radicali liberi, considerati una delle cause principali dell’invecchiamento precoce. A seguire l’esperimento c’è un gruppo di dottori che monitorano quotidianamente le 50 cavie, suggerendo eventuali cambiamenti nella dieta e nelle attività di lavoro e ricreazione.
Nelle notizia si dice che uno di loro, il cinquantenne giornalista Ben Best, ha gia seguito la dieta e i consigli dei dottori per otto anni: ora le analisi del suo sangue danno gli stessi risultati del sangue di un bambino di un anno. La stessa fonte, tuttavia, dice che il signor Best è terribilmente magro ad ha il colorito e la costituzione fisica di un malato. È sensibilissimo al freddo e deve coprirsi con un bel maglione quando gli atri mettono una camicia a maniche corte.

Ma gli aspetti negativi di questo esperimento, non scoraggiano i tantissimi che chiedono di poter partecipare, desiderosi di aggiungere qualche anno alla loro vita. È ben noto inoltre che sono molti coloro che nei Paesi occidentali, senza andare agli eccessi di cui sopra, spendono una fortuna in farmacia nel tentativo di mantenere lontana la vecchiaia, anche se magari solo in apparenza. Le statistiche, ad esempio, di coloro che si sottopongono al face lifting sono impressionanti.
Gli esperti di marketing prevedono che la longevità, in occidente, diventerà un business sempre più grosso e sarà al centro dell’attenzione della ricerca scientifica per molti decenni a venire. Non conosco il costo dell’esperimento con le 50 cavie, ma non è difficile immaginare che un monitoraggio cosi stretto potrebbe far funzionare una decina di dispensari simili a quello operante a pochi metri da casa mia, in cui vengono visitate una media appunto di cinquanta persone al giorno e i medicinali vengono dati gratuitamente ai pazienti più poveri.
Forse corriamo il pericolo che nello sforzo di studiare e migliorare la qualità della vita delle persone umane, diventiamo meno umani.
Non possono che nascerci nella testa delle domande impertinenti. Che cose farebbe il signor Best se si trovasse in una situazione di pericolo per la sua preziosa vita? Sarebbe capace, ad esempio, di buttarsi in un laghetto per salvare un bambino, mettendosi a rischio, non dico di morire, ma di prendersi una polmonite? Sarebbe capace, come fa Wanjiro, di dare il cibo migliore ai suoi figli e di mangiarsi gli scarti? Non diventerà forse un vecchio di 140 anni col sangue di un bambino ma col cuore egoista, con tutti i suoi pensieri centrati intorno a quello ossessivo della sua sopravvivenza fisica?
La vita è una moneta che deve essere spesa. Vivere per vivere è un comportamento insensato. La bellezza della creazione è coronata dalla vita, specialmente dalla vita umana portatrice di coscienza, libertà e amore.
Tutte le vita sono preziose, non solo quella del signor Best. Anche quella di uno delle centinaia di migliaia di contadini sudanesi della regione del Darfur che sono diventati rifugiati per sfuggire ai massacri ordinati dal loro governo, anche quella di un bambino i cui parenti sono troppo poveri per poter pagare un medicinale neanche troppo costoso, anche quella delle vittime della malaria. Di tutti.
Eppure la grandezza di una persona umana non è nella lunghezza della sua vita, ma nel fatto che può decidere di donare la propria vita per amore. La mamma che decide di portare a termine una gravidanza anche se questo mette a rischio la sua stessa vita, il bambino Masai che ha affrontato un leone, armato solo di una lancia, per proteggere i fratellini. Persone che proprio perchè hanno capito l’importanza della vita sono pronte ad offrire la propria al servizio degli altri.
Gesù ha detto che non c’è amore più grande che dare la propria vita per i propri amici. (Gv 15,13). In tutto il Vangelo di san Giovanni Gesù ci parla della grandezza e bellezza della vita. Ci dice di essere venuto a portare la vita piena. Ma è una vita che dev’essere spesa per qualcosa, una vita il cui aspetto biologico è al servizio di qualcosa di più grande.
Triste pensare ad un mondo popolato solo da gente come il signor Best! Io preferisco la compagnia di persone come Wanjiro che magari vivranno meno a lungo ma che sono testimoni di valori che alla vita danno sapore.






Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok