Abigail

Pubblicato il 13-12-2020

di Anna Maria Del Prete

Siamo nel Primo libro di Samuele. Davide non è ancora re e continua a fuggire dal re Saul che, accecato dalla gelosia, lo perseguita senza posa. Abigail, moglie di Nabal, ricco allevatore di pecore, con la sua saggezza e prudenza impedisce a Davide di fare un inutile spargimento di sangue e gli parla con grande preveggenza del suo futuro.

Nella fiorente regione di Carmel, Nabal, festeggia la tosatura delle pecore con danze e cibo. Poco lontano nel deserto di Paran si nasconde Davide con i suoi uomini; egli manca di tutto e invia a Nabal «dieci domestici» con un preciso messaggio «dà quanto puoi dare ai tuoi servi e al tuo figlio Davide». L’umile richiesta era basata sulla protezione e l’assistenza che aveva offerto ai pastori di Nabal quando si trovavano a pascolare il gregge nel suo territorio. Nabal risponde in tono sprezzante suscitando l’ira di Davide che si prepara ad attaccarlo con 400 uomini, «cinti di spada», pronto ad uno sterminio totale. A questo punto appare Abigail che, informata da un domestico di quanto stava per accadere, si precipita per frenare l’ira di Davide, con le parole e con i doni: ogni tipo di vettovaglie. I due viaggiavano sullo stesso sentiero in direzione opposta: l’una, messaggera di pace, scendeva incontro a Davide che, accecato dall’ira e dalla vendetta saliva contro Nabal. Si incontrano, la donna balza giù dall’asino e si prostra ai piedi di Davide, in umiltà si confessa colpevole di non aver visto i domestici di Davide arrivare e assume il peccato del marito, uomo stolto come denuncia il suo stesso nome (Nabal in ebraico designa l’insensato che si comporta male nei riguardi di Dio e degli uomini).

Chiede perdono, offre i doni che aveva portato e profetizza una «casa stabile» per lui che combatte «le battaglie del Signore» mentre gli spiega che «il farsi giustizia da sé» potrebbe essere causa di rimorso quando il Signore lo renderà capo di Israele, come gli ha promesso. Davide comprende e ringrazia quella donna per avergli impedito tanta violenza, mentre innalza una lode al Signore «Benedetto il Signore, Dio di Israele, che ti ha mandato oggi incontro a me. Benedetto il tuo senno e benedetta tu che sei riuscita a impedirmi oggi di giungere al sangue e di farmi giustizia da me».

Pensò il Signore a fargli giustizia: Nabal morì dopo dieci giorni e Davide invitò Abigail a divenire sua moglie. Ella accettò. «Ecco la tua schiava diventerà una serva per lavare i piedi ai servi del mio signore». Parole difficili da capire nel nostro linguaggio moderno, che esprimono tutta la devozione di questa saggia donna che ha riconosciuto in Davide l’uomo scelto da Dio per essere guida del suo popolo. Egli è il vero «Unto del Signore» che cammina secondo le sue vie e va incontro al proprio destino, conservandosi fedele alla propria vocazione di re «secondo il cuore di Dio».
Possiamo concludere che, grazie alla saggezza e all’umiltà di Abigail, Davide ha conservato la sua dimensione di nobiltà, di perseguitato innocente che non accetta la logica perversa della violenza e dell’oppressione.


Anna Maria Del Prete
NP ottobre 2020

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