Affamati

Pubblicato il 27-05-2021

di Valentina Turinetto

Nel 1948 la dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha sancito in uno dei primi articoli il diritto a non morir di fame. Un principio che vale ancora oggi per oltre 7 miliardi di persone che popolano la terra. Purtroppo, questo diritto è stato disatteso per molti e per molto tempo e ancora oggi i dati ci confermano l'urgenza di continuare a proclamare ad alta voce che poter mangiare tutti i giorni, possibilmente cibo sano, è un diritto fondamentale per tutti. Questo è il motivo per cui l'obiettivo di porre fine alla fame è uno dei punti dell'Agenda 2030.

L'ultimo rapporto ONU sull'alimentazione di luglio scorso evidenzia che nel 2019 quasi 690 milioni di abitanti del pianeta hanno sofferto la fame. Il maggior numero si trova in Asia, seguito dall'Africa. Tantissime persone, a causa di difficoltà economiche, non hanno accesso a una dieta sana o nutriente. In totale, sono circa 2 miliardi le persone che affrontano livelli moderati o gravi di insicurezza alimentare. In questo ultimo anno l'emergenza del coronavirus probabilmente porterà effetti negativi aggiuntivi. I dati dimostrano che le ricchezze a disposizione della popolazione mondiale sono sufficienti per produrre abbastanza cibo per tutti. Questo suggerisce chiaramente che non c'è ancora abbastanza volontà politica per affrontare la questione, sia a livello locale che mondiale.

La nostra storia racconta che è possibile fare qualcosa. Nel 1964 un gruppo di giovani iniziava un cammino come Servizio Missionario Giovani e nel cuore portava un sogno: sconfiggere la fame nel mondo! Questo sogno è rimasto sempre presente mentre il Sermig è cresciuto e ha preso sempre più forma. Aver creduto in questo desiderio ha portato a oltre 3.300 tonnellate di alimenti distribuiti in Europa, Africa, Asia e America latina e quasi 27 milioni di pasti negli Arsenali in Italia, Brasile e Giordania. Molti di questi aiuti arrivano da gente comune. Recentemente una classe elementare come impegno nel periodo di preparazione al Natale ha pensato ad un gesto di gentilezza per i più poveri. Ha organizzato una raccolta di alimenti e preparato uno scatolone, grande e bello colorato, da consegnare alla porta dell'Arsenale della Pace. Una goccia che insieme a molte altre permette di distribuire circa 750 borse spesa ogni mese dall'inizio della pandemia.

Cosa manca per arrivare a scelte economiche e politiche volte al benessere di tutti? Forse serve un cambio di mentalità e di attitudini tanto grande da farci diventare una nuova specie umana, modificata. Sandro Calvani, già direttore di vari organismi delle Nazioni Unite e della Caritas, esperto in cooperazione internazionale, dice che non serve più solo un Homo sapiens, intelligente e ricco di conoscente, ma un Homo Sapiens Solicitus, premuroso e saggio, capace di saper prima di tutto prendersi cura di tutti i suoi simili, perché li riconosce fratelli.


Valentina Turinetto
NP febbraio 2021

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