Ambiente, terra di tutti e di nessuno.

Pubblicato il 31-08-2009

di andrea


L'uomo e le sue responsabilità rispetto alle risorse
...se dunque l'ambiente non è protetto è, in fondo, colpa di tutti...


La Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo,
adottata nel 1992
dai Capi di Stato e di governo riunitisi in occasione del Vertice della Terra,
si apre con il principio fondamentale secondo il quale "gli esseri umani sono
al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile. Essi hanno diritto ad una vita sana e produttiva, in armonia con la natura".

Una tale affermazione su scala internazionale universale del diritto dell'uomo ad un ambiente sano è un'ulteriore riaffermazione delle analoghe disposizioni previste dalla maggior parte delle costituzioni nazionali elaborate nel corso degli ultimi trent'anni come, in particolare, quelle di Spagna, Portogallo, Grecia e Polonia. In Ungheria, la costituzione è stata modificata nel 1989 al fine di associare espressamente la protezione ambientale al diritto individuale di ogni cittadino ad un ambiente sano.

 

Tale diritto è, dunque, un'aspirazione sia delle collettività che del singolo cittadino. E le sanzioni a chi inquina? Quando esistono, sono contemplate nelle singole leggi ambientali di ogni Stato. Spesso deboli o inefficaci. Da sempre, d'altronde, il diritto si è formato dopo che la cultura della gente, o perlomeno della maggioranza, lo ha imposto, ha spinto affinché una norma accogliesse un comune sentire. Se dunque l'ambiente non è protetto è, in fondo, colpa di tutti.

La protezione dell'ambiente è storia recente nel mondo. È una storia con molti successi e numerose sconfitte (vedi Kyoto), di accelerazioni e ritardi. Ma è un processo che è iniziato e che molto di buono ha prodotto.Tuttavia, senza una partecipazione "dal basso" dei cittadini, senza un coinvolgimento della coscienza individuale di ognuno di noi, non avremo mai un diritto reale alla salvaguardia ambientale e dunque un'aria, un'acqua e una natura migliori.Non basta delegare le proprie preoccupazioni ai governi, alle fragili agenzie di protezione ambientale, ai burocrati del Ministero dell'Ambiente, alle associazioni ambientaliste ormai istituzionalizzate, ai consiglieri degli Enti Parco, alle oasi del WWF! Tento di spiegarmi.

Il problema ambientale è fondamentalmente connesso allo sviluppo economico. Se leggete i resoconti dei lavori, ad esempio, delle conferenze internazionali sul clima, vi renderete conto che, chi si oppone al miglioramento dell'ambiente sono i Paesi come gli USA, che non vogliono perdere una supremazia industriale, o come la Cina, che non vuole perdere la spinta alla modernizzazione. Di contro i Paesi europei, che hanno investito di più sotto l'aspetto delle nuove tecnologie a basso impatto sotto la spinta dell'opinione pubblica e sono più interessati ad un "riequilibrio" economico con i giganti.

Ai margini di tutto e di tutti il Terzo mondo, i Paesi poveri, dove la situazione ambientale è disastrosa almeno quanto quella civile. Ma dove muoiono insieme natura e uomini vuol dire che salute ambientale e sviluppo sono strettamente collegati. Sia uno sviluppo insufficiente che sfocia nella povertà (con buona pace dei no global) che uno sviluppo inadeguato generante un consumo eccessivo (con buona pace dei poteri forti), comportano gravi problemi di igiene ambientale, sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Può darsi che proprio i Paesi europei (non ne vedo altri) abbiano un modello di sviluppo sufficientemente "moderato", in grado di imporsi lentamente nel pianeta "abbassando", se non altro, la sua febbre ambientale.

Nico Vassallo







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