Amico è

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Andrè non ha incontrato tante persone che gli hanno voluto bene e dopo tante batoste non si fida quasi più di nessuno...

a cura della Fraternità della Speranza in Brasile

L’abbraccio come una tenaglia, la testa appoggiata al petto altrui e, come gesto di estremo affetto, una “cheirada”, un’annusata al suo collo: così Andrè dimostra il suo affetto a quelli che ama. Ma purtroppo Andrè non ha incontrato tante persone che gli hanno voluto bene e dopo tante batoste non si fida quasi più di nessuno... Oggi penetrare nel suo spazio, essere accettati, essere annusati, è uno scalfire la pietra, goccia a goccia.
 Lui dice che suo padre ha fatto morire sua mamma di crepacuore, così gli ha raccontato sua nonna. Andrè non vuole vedere più né suo padre né i suoi fratelli che lo hanno trattato come le bestie della campagna. In realtà Andrè non ha mai avuto un papà nel vero senso della parola… Per lui la parabola del figliol prodigo, che racconta della pazienza e della bontà del Padre misericordioso che accoglie a braccia aperte il figlio che ritorna, può suonare come un’eresia; posso assicurarvi che è così per tanti altri che passano per l’Arsenale della Speranza: la figura di Dio raccontata come il Padre buono per tanti non può essere comprensibile.

Così, quando mi ha scritto la lettera che riporto in seguito, ho pensato: questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto, giunto proprio nel momento più difficile della mia vita. Ma in realtà questo regalo non lo sento solo mio, e lo voglio condividere. Quando Andrè ha conosciuto e abbracciato Ernesto per la prima volta, mi ha chiesto: Ma i suoi figli sono buoni come lui? Nella sua purezza, con un semplice incontro aveva conosciuto Ernesto nel profondo. Quella che mi ha fatto era una domanda semplice a cui sarebbe stato bello rispondere di sì, ma sono rimasto senza parole. Quanto ancora siamo lontani dalla bontà che è vitale per chi vuole far vivere Gesù nel proprio cuore! Sarebbe bello dire tale padre, tale figlio, ma questo lo possono dire solo i fatti...

E c’è sempre qualcuno che ti mette alla prova, vuole vedere se sei veramente buono, disponibile a qualsiasi ora, vuole conoscerti fino in fondo per meritarsi la sua attenzione. Solo cosi gli uomini in ricerca si fanno conquistare, controllandoti, scrutandoti dentro, senza darti scampo. Non era vero quello che ti ho detto ieri, volevo solo metterti alla prova per vedere se mi avresti aiutato veramente! Bell’amico, mi verrebbe da dire. Ma in fondo noi siamo chiamati a questo, ad accettare l’altro, l’ultimo, così com’è, senza fare tante domande.
Ma ecco il mio regalo:

Mi piacerebbe mandarti queste parole per l’amicizia che sento di avere per te, non ti dimenticherò mai. Penso che anche tu non ti dimenticherai mai di me, dovunque tu sarai. Quando io uscirò dall’Arsenale non ti dimenticherò, in qualunque parte mi trovi, sulla terra e in cielo. Io non ho una famiglia qui in San Paolo, allora la mia famiglia sei tu, non soltanto adesso che vivo con te, ma anche quando vivrò fuori dall’Arsenale. Ti sto mandando questa lettera, per la nostra amicizia, e ti apprezzo molto. Quando io non ti conoscevo pensavo altre cose, quando ho cominciato ad avvicinarmi a te ho visto che sei un “angelo” che Dio ha mandato al Brasile perché ci conoscessimo. Visto che io non ho famiglia, da oggi la mia famiglia sarai tu, fino alla fine della mia vita. Amico del petto è un amico fedele, saremo amici sulla terra e nel cielo. Un abbraccio, Andrè.

Andrè non sa leggere e non sa scrivere, dice che il testo che ha dettato ad una nostra amica, l’ha come vomitato ispirato da Dio, come gli antichi profeti della Bibbia.
Quando le persone semplici ti scelgono in questo modo, tutto ti sfugge di mano perché chi si può dire all’altezza di essere un padre, o una madre, o un fratello? È vero, noi possiamo fare ancora molto, ma questo avverrà soltanto se siamo buoni come Gesù ci ha insegnato, buoni come tanti santi che ci hanno aperto la strada. Solo in questo modo anche molti giovani ci sceglieranno, molti uomini e donne ci chiederanno di lavorare con noi, ed altri ancora sceglieranno la via della bontà e delle beatitudini. Andrè anche se un giorno, naturalmente, ci lascerà, potrà trasmettere ad altri la voglia di vincere e di lottare di chi si è scelto una famiglia.

Storie dagli Arsenali
da Nuovo Progetto aprile 2005






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