Amnistia di Natale

Pubblicato il 31-08-2009

di Vincenzo Andraous


E’ ormai tradizione che a Natale si snocciolino alcuni temi, gli stessi ogni anno. Il Natale passa, i “numeri a perdere”, cioè le persone che stanno dietro quei “temi” restano. E continuano ad attendere.

di Vincenzo Andraous

Forse quest’anno la Natività ci consegna la speranza di un universo che da infinito diventa la strada più vicina dove accogliere l’altro. Il Santo Padre ci ha benedetto tutti, indistintamente, turisti per caso e navigatori del mondo, come quello sparuto gruppo di disturbatori, con a capo il Marco Pannella e il don Mazzi, quali opposti che convergono, che trascorrono il Natale tra un Parlamento deserto e un carcere stracolmo di materiale umano.

Essi sono convinti di incontrare uomini dalla ragione lucida e dal corpo in azione, coerenti al punto da ammettere che non si abbatte la recidiva, e quindi il sovraffollamento, con la costruzione di 4 nuove carceri: esse non potranno mai contenere i 15 mila “numeri” in esubero, inoltre tutte in Sardegna, relegando lontano, lontanissimo, i detenuti dalle proprie famiglie, in barba alle leggi che consentono al detenuto di scontare la propria pena nella regione di residenza.
Il Papa muore, il Papa rinasce, proprio come il Bambino, eppure ci si ostina a declamare versetti così conosciuti da apparire criptati: pena certa, certezza della pena, o resa dello Stato.

Come se questa sorta di terra di nessuno qual è il carcere, non fosse popolato a sufficienza da “numeri” che mangiano galera da venti o trenta anni per i propri errori, come se in quelle celle assordanti non esistessero “numeri” piagati da vere e proprie doppie diagnosi, che comunque scontano la loro condanna. Tutto ciò, alla faccia di chi distrugge ipnoticamente o impoverisce drammaticamente un Paese per cordata di potenti, e rimane in una cella il tempo stretto di una chiacchierata.

Ma forse questo è il Natale degli uomini “contemplattivi”, con due T, perché di questo ha bisogno una Giustizia senza paura di affrontare le proprie necrofilie mentali: a misura, nel tempo fermo, bloccato per il detenuto, in assenza di strumenti rieducativi, di risocializzazione, di riconciliazione, con il quale però si facilita il sonno del legislatore, ripiegato su stesso, condizionato dagli interessi di bottega, dalle false liti di partito.

In questo Natale lo sparuto gruppo è in marcia, disposto per l’intera via, ma nessuno lo vede, nessuno lo sente, la nebbia della ragione è nemica, essa ben nasconde i veri problemi, mentre il richiamo evangelico: “svegliatevi uomini”, riguarda anche gli sconfitti, gli invisibili di un carcere costretto a ospitare i suoi “numeri” malvestiti e mal celati dagli slogans a cinque stelle.

Il Natale scivola via stancamente, si disperde come l’amnistia richiesta, rimane però la certezza di una speranza che non potrà mai essere genuflessa ad alcuna istanza, ad alcuna interpretazione, affinché quei “numeri” a perdere, siano intesi come persone a ritrovare la propria dignità e magari un pezzetto di futuro possibile.

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