Asimov e Isaia

Pubblicato il 11-10-2011

di andrea


di Andrea Gotico - Arriverà il giorno in cui dovremo scegliere tra la “pillola rossa o la pillola blu”.

   
Il mestiere di ipotizzare il futuro ha radici ben profonde. Quella che un tempo si trovava sotto la voce profezia oggi non si fatica a chiamare fantascienza. E come si sono avverate le profezie di Isaia, così, una dopo l’altra, si avverano le ipotesi futuristiche di Isaac Asimov.

Siamo circondati da computer che si auto-aggiornano e che danno spesso la sensazione di fare quello che vogliono loro, anche se per qualche istante ti illudono del contrario. Siamo circondati di macchine che costruiscono altre macchine, non dimenticando che i robot che verniciano le macchine sono ormai preistoria.

C’è poco da fare, siamo con tutti e due i piedi immersi in quel futuro che sognavamo da bambini, e quell’intelligenza artificiale profetizzata da decenni sui romanzi di Urania è qui oggi, in costante evoluzione. In mezzo a noi. Al punto che storie che ipotizzano un mondo governato dalle macchine che prendono il sopravvento sull’uomo, da Robot che l’uomo lo sottomettono, lo annientano e nei casi più estremi lo usano come pila, non suonano più tanto come fantascienza, ma più che altro come futuro prossimo.

Caterina, il robot-maggiordomo di Alberto Sordi, che prende il posto della moglie, dell’amante e della colf, e l’uomo bicentenario di Robin Williams sono ormai consegnati alla preistoria, con tutte le pellicole in cui è l’uomo a sottomettere la macchina.

A tal proposito si è svolto da poco a Tokio il primo summit mondiale di Roboetica, dove si è discusso tra l’altro su come concepire robot in grado di distinguere tra il bene ed il male. Nel 1930 o giù di lì, il mahatma Gandhi parlava della tecnologia come strumento diabolico e nel 1942 Asimov ideò le tre leggi della robotica:
1) Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.

Qualche anno più tardi mio nonno ipotizzava quanto Sambuco avrebbe bevuto durante la serata, e quante mazzate si sarebbe preso dalla nonna poco dopo, ma questa è un’altra storia ed il futuro forse è ancora nelle nostre mani. Maybe.


 

 

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