Aspettare

Pubblicato il 27-12-2023

di Fabio Arduini

C‘è un tempo per fare altro, e un tempo per aspettare. Quando si tratta di fermare il tempo e metterci ad aspettare, pensiamo a un tempo in sospeso, magari durante il quale non sapremmo proprio che fare. Etimologicamente corretto: non fare proprio niente, se non, però, usare lo sguardo. Aspettare deriva dal latino spicere, cioè guardare, con l’aggiunta di ex (che si è trasformato nella a iniziale), ossia un motivo, un obiettivo, un punto verso cui muovere gli occhi e scrutare. Di conseguenza, senza fare altro. Come una sentinella. E adesso scorriamo il vocabolario, per scovare dopo aspettare un’altra parola, sua stretta parente e oggi più facile da collegare al vedere: è la parola aspetto, venuta fuori dall’antico modo di formare le parole a partire dall’azione. Riguardo all’aspetto è diventata abitudine il considerarlo un vocabolo legato alla superficialità, a ciò che non è durevole o profondo. Dipende. Infatti l’aspetto raccoglie ciò di cui gli occhi sono andati in ricerca: un qualcosa, un paesaggio, una persona. Fermando le altre attività e cercando con gli occhi cosa guardare. Oppure continuando a fare tutto il resto, e però accontentandoci di uno sguardo superficiale o pregiudizievole.


Fabio Arduini
NP novembre 2023

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