Aula 2A

Pubblicato il 30-06-2024

di Carlo Degiacomi

In tutti i Paesi del Mediterraneo assistiamo a eventi straordinari che sono collegati ai cambiamenti climatici: pensiamo alla carenza di acqua di aprile della Sicilia. L’assenza di politiche adeguate alla gravità dell’emergenza climatica può essere superata operando verso una maggiore consapevolezza. Per questo motivo desidero raccontare un’esperienza interessante vissuta a Casale Monferrato, che va in questa direzione. Si tratta di un progetto didattico nell’ambito del programma annuale promosso dall’ Aula delle 2 A: Amianto & Ambiente, un’aula interattiva e multimediale permanente dal 2014 e gestita dalla Rete ScuoleInsieme e dall’AFeVA, con la collaborazione di Ecofficina. Tra le attività, è stato somministrato un questionario agli studenti delle scuole dai 10 anni fino al quinto anno delle superiori nel periodo novembre 2023-gennaio 2024. Il questionario è stato realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo. La proposta è stata rivolta a 4.502 studenti e le risposte sono state 3.637 corrispondenti all’81% del totale, equamente divisi tra maschie e femmine.

I RISULTATI
L’aspettativa non era di avere risposte assolute e definitive,
ma una serie di indicazioni e propensioni significative. Infatti, nessuna domanda è stata impostata in modo da rispondere like o dis-like. Tra gli aspetti postivi, si rileva un diffuso interesse verso i temi ambientali di almeno il 75% del campione, che esprime curiosità e interesse. Sono studenti disposti ad andare nello specifico, approfondire, confrontare vari punti di vista. È emerso un sostanziale rifiuto da parte loro di ridurre il climate change a contrapposizioni ideologiche e a negazioni di dati scientifici ormai consolidati. Questa maggioranza non sembra prendere in considerazione posizioni che rinviano le decisioni in merito alle azioni inquinanti più pesanti e diffuse. Cerca soluzioni al plurale, ragiona su azioni sostenibili e innovative. Esprime una precisa richiesta alla scuola di sviluppare temi che vorrebbe approfondire, per saperne di più, per decidere con maggiore consapevolezza. Tra gli aspetti negativi, troviamo i non so. In generale sono limitati al 10%. In alcune domande più complesse si allarga però a un 20/25%. È una quota che si può definire meno informata, con conoscenze di base minime e con una poca familiarità e interesse al tema. Non è un numero indifferente.

Vale la pena soffermarci su alcune risposte alle domande proposte.
Nell’ultimo anno, ti è capitato di discutere, con gli amici a scuola o in famiglia, dei cambiamenti climatici e delle loro conseguenze?
La scuola è indicata come il luogo in cui si parla di più del tema. Mentre prevale il “mai” (51,9%) e il “talvolta” (40,7%) nel rapporto con gli amici. Il tema in famiglia è affrontato “talvolta”. Stupisce che sia un tema poco presente nelle chiacchiere e nelle discussioni tra coetanei. La dimensione orizzontale di gruppo pare poco attrattiva.

Ritieni che i cambiamenti climatici in atto abbiano un’origine antropica scientificamente dimostrata? Quasi l’80% dei ragazzi sceglie l’ipotesi che i cambiamenti climatici abbiano in prevalenza un’origine antropica con evidenza già oggi delle conseguenze. È comunque alta la percentuale dei non so, il 16,5%. Molto bassa quella dei no (4,2%).

Secondo te, gli eventi meteorologici estremi, conseguenza del surriscaldamento globale, che hanno colpito anche l’Italia e il Mar Mediterraneo negli ultimi anni, hanno contribuito a diffondere, nell’opinione pubblica, la consapevolezza di dover agire con urgenza per contrastare i cambiamenti climatici? Un buon numero – 66,8% – risponde di sì, avendo notato nel territorio in cui abitano aspetti collegabili al climate change. Il 17% ritiene di no, il 16,3% non è in grado di rispondere.

Secondo te è necessario agire in fretta con piani precisi di riduzione delle emissioni di gas serra (co2)? L’85,7% risponde di sì. Il 5,6% di no. L’8,7% dice non so.

Domanda Quali innovazioni scientifiche e tecnologiche saranno importanti nel futuro prossimo, per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici? La prima indicazione: l’ulteriore efficienza delle energie rinnovabili. Seguono gli interventi termici per la dispersione degli edifici; l’abbandono delle fonti fossili, anche per i trasporti commerciali, la mobilità elettrica.

Nel complesso è un buon risultato che impegna tutti – a partire dalla scuola – ad accompagnare gli studenti, nei prossimi mesi e anni, verso una maggiore messa a fuoco del tema, aiutandoli a fare confronti approfonditi sulle azioni necessarie e urgenti. Ambito sui cui spesso gli adulti li deludono. Consiglio a tutti di leggere l’intero documento, completo di dati e commenti, basta fare richiesta a ecofficinasrl@ gmail.com. Sarebbe bello vedere questa esperienza ripresa in tante altre comunità e scuole perché gli studenti non sono in-azionisti, come troppi adulti.


Carlo Degiacomi
NP maggio 2024

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