Baby star

Pubblicato il 28-09-2012

di Mauro Tabasso

di Mauro Tabasso - Chi decide cosa faranno da grandi ? (NP Giugno 2000)


Sin dai tempi delle “Simpatiche canaglie”, di Shirley Temple e soci, la ribalta li ha puntualmente consacrati. Sono loro, le baby star, giovani adolescenti o meno, ragazzi del piano di sotto o della porta accanto, tutti acqua, sapone, brufoli e dollari, che sui dischi ringraziano tutti: produttore, arrangiatore, diario segreto, papà, mamma, amici del cuore, zia Agata e nonna Brumilde. Probabilmente esistono da sempre, ma oggi i mezzi di comunicazione di massa li hanno resi un fenomeno di grandissima portata, centri gravitazionali per enormi giri d’affari, idoli e modelli di molti coetanei.

Jackson 5Qualche nome ? Gli ormai mitici Jacksons Five, i separati Take That, i Backstreet Boys, i Five, i Savage Garden, gli Nsync, i Blink 182, i nostrani Ragazzi Italiani, i Lùnapop, meno di cento anni in cinque e, su tutti (almeno per il momento - articolo scritto nel 2000, n.d.r.), Britney Spears, 18 anni appena compiuti, venti milioni di dischi venduti, ombelico a vista e una quinta di reggiseno che, ammette senza falsi pudori, è frutto del bisturi e delle ambizioni di madre e figlia.

Le canzoni trattano i temi cari alla loro età:
problemi di cuore, incomprensioni, necessità di accettarsi e sentirsi accettati, scuola, rapporti con gli amici, inquietudini della sfera interiore, sociale e sessuale, e molto spesso ammiccano maliziosamente con calibrata seduzione. Furba è la musica, confezionata per soddisfare palati non troppo raffinati dai 25-30 anni in giù, alla maniera dell’omologa fiction televisiva (Friends, Beverly Hills 90210, Melrose Place, i Ragazzi del muretto, ecc.).
Tutte operazioni accuratamente pianificate dal produttore di cui sopra, e dal successo più o meno annunciato. Ed è comprensibile. Ma non stiamo parlando di bimbi prodigio... Quelli sono in appalto a Mike Bongiorno per “Bravo Bravissimo”. Parliamo di persone normalissime che vengono fatte apparire normalissime (e forse lo sono) sempre dall’astuto produttore e, a parte gli impegni che non sono più musicali o artistici ma professionali, sembrano avere una vita normale con problemi normali. Altrimenti i personaggi veri o presunti non sarebbero credibili, e la credibilità è fondamentale per vendere un prodotto, perché questo è il vero nome dei suddetti “fenomeni”. Badate bene, il tono non vuole essere né polemico né di disprezzo. È solo una constatazione. Di fatto le baby band rappresentano il settore nel quale l’industria musicale investe maggiormente; se si azzeccano le combinazioni giuste è possibile che i giovani gruppi o solisti di turno diventino un giorno (talento permettendo) degli artisti maturi, che interessano un pubblico più vasto ed eterogeneo, magari internazionale, e, soprattutto, non necessitano più di costosissimi “lanci” pubblicitari, fatti all’epoca ma già abbondantemente ammortati. One Direction
Geniale, vero?
Qualche esempio: Michael Jackson (fu Jackson five), Janet Jackson (idem), Patsy Kensit (Eight Wonder), Robbie Williams (Take That), Geri Halliwell (Spice Girls), Lauryn Hill (che esordì come cantante/attrice nella commedia musicale “Sister Act II – più svitata che mai”) e, non ultimi, Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Ma in ogni caso è sempre il tempo a stabilire chi passa e chi resta, chi fa il salto e chi no. Innumerevoli sono infatti le “meteore” del settore, durate una stagione o poco più.
Chi di voi si ricorda (e non barate!) di Debbie Gibson o di Tiffany (correva l'anno 1988; le nostre si fecero un bel frappé con il cuore di migliaia si fans), di Rick Astley (piccolo, con il girocollo di Maurizio Costanzo e una voce che, al confronto, quella di Amanda Lear sarebbe parsa sì e no la sua radice cubica), degli A-Ha (introversi ragazzoni scandinavi – qualcuno sosteneva che il loro migliore amico era un alce di nome Caukkonen…), dei Kajagoogoo o del loro leader – disertore Lihmal (quello di “Never ending story”, main theme del fortunato film “La storia infinita” – dopo il film il ragazzo è andato a dormire e non si è ancora svegliato)? Il tempo, soltanto il tempo. È lui a decidere chi sopravvive e chi no, come in una sorta di selezione darwiniana. Nel frattempo le attuali giovani star si godono il loro momento e molti loro coetanei sbavano…
Ma dategli tempo. Vedrete che gli passerà.


DIAPASON – Rubrica di Nuovo Progetto

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