Benedetto XVI a Torino

Pubblicato il 10-08-2011

di bruno

Emozioni, immagini e parole. La speranza come risposta al mistero della sofferenza. È un viaggio nel cuore dell'uomo la domenica di Benedetto XVI a Torino.

  di Matteo Spicuglia

 
Una città che lo accoglie lungo le strade, nelle piazze, nei tanti incontri. Spunti di riflessione mai lasciati cadere. Le parole più intense davanti alla sindone, “icona scritta con il sangue, icona del Sabato santo”. Benedetto XVI parla del "nascondimento di Dio", "parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più". "Dopo le due guerre mondiali, i lager e i gulag, Hiroshima e Nagasaki, - spiega il papa - la nostra epoca è diventata in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti". Eppure, la sindone va oltre: "Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini" perché "dal buio della morte del Figlio di Dio, è spuntata la luce della Risurrezione".
 
 È il messaggio senza tempo del cristianesimo che il papa ricorda anche nella sua visita al Cottolengo. Nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, ci sono gli ammalati, le suore, i religiosi, i volontari: l'anima della realtà fondata nel 1832 da Giuseppe Cottolengo. Un campione della carità, ha detto il papa, capace di non arrendersi di fronte alle difficoltà e al mistero della sofferenza. La visita al Cottolengo è l'omaggio alla tradizione sociale della Chiesa torinese, la Chiesa di don Bosco, del Murialdo e del Cafasso, del Faà di Bruno e di Piergiorgio Frassati. La Piccola Casa, ricorda Benedetto XVI, è la prova che la sofferenza, il male, la morte non hanno l'ultima parola. Lo dice soprattutto ai malati che lo ascoltano: "Non sentitevi estranei al destino del mondo, ma tessere preziose di un bellissimo mosaico che Dio, come grande artista, va formando giorno per giorno anche grazie al vostro contributo".
 
Si chiude davanti al dolore aperto alla speranza la giornata del papa a Torino. Cinquanta mila persone alle celebrazioni principali in piazza San Carlo. La prima è la messa del mattino, con la riflessione sul comandamento dell'amore di Gesù. L'occasione per parlare della fatica vissuta da tanti in una città "stupenda e complessa", come è stata definita dal cardinale Severino Poletto. "So che anche a Torino non mancano difficoltà, problemi, preoccupazioni; - dice il pontefice - penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale; penso alle famiglie, ai giovani, alle persone anziane che spesso vivono in solitudine, agli emarginati, agli immigrati". 
 
Nel pomeriggio, l'abbraccio con i giovani: festa, canti, entusiasmo, soprattutto parole esigenti. Il papa chiede alle nuove generazioni di fare scelte definitive nell'ottica del "per sempre" e indica il modello di santità di Piergiorgio Frassati. "Un ragazzo affascinato dalla bellezza del Vangelo delle Beatitudini, - dice Benedetto XVI - che sperimentò tutta la gioia di essere amico di Cristo, di seguirlo, di sentirsi in modo vivo parte della Chiesa". "Cari giovani, - è il messaggio del papa - abbiate il coraggio di scegliere ciò che è essenziale nella vita! “Vivere e non vivacchiare” ripeteva il beato Piergiorgio Frassati. Come lui, scoprite che vale la pena di impegnarsi per Dio e con Dio, di rispondere alla sua chiamata nelle scelte fondamentali e in quelle quotidiane, anche quando costa!". 
 
Numerosi anche gli incontri privati. All'arcivescovado, quello con i vertici dell'economia piemontese. Prima della messa, invece, la benedizione della prima pietra della nuova chiesa del Sermig, all'arsenale della pace. Sarà costruita in memoria di Cecilia Gilardi, una ragazza di 17 anni, morta ad ottobre a Torino in un incidente stradale.  
  Matteo Spicuglia


Il Papa esce dal Cottolengo

 

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