BESLAN: non potevo credere che fosse vero!

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


La testimonianza di Alina, 14 anni, di Beslan, sopravvissuta al disastro della scuola…

di Alina

 Il primo settembre mi sono svegliata, ho mangiato, mi sono vestita e sono andata a scuola. Così facciamo ogni anno. Siamo arrivati a scuola, il mio fratello Inal con i suoi amici ed io con i miei. Dopo tre minuti è iniziato l’incubo! Guardo e vedo la gente armata, i militari, tutti con la barba. Loro sparavano nell’aria e gridavano. Non sono riuscita a scappare e come tanti altri mi sono ritrovata nella palestra. Eravamo tanti, genitori, ragazzi, insegnanti… dentro la palestra faceva caldo e umido. I terroristi non aprivano le finestre.

Dopo due, tre ore che quelli sono entrati nella scuola hanno ammazzato un uomo che avevano preso come ostaggio, nella palestra c’erano i suoi due figli. Ho avuto paura.
I terroristi poi hanno portato via tutti i maschi adulti. Si comportavano come bestie, rompevano i mobili, sparavano dentro le aule… hanno messo i mobili davanti alle finestre. Tra loro c’erano anche delle donne; gli uomini indossavano un vestito militare, le donne una specie di cappotto lungo e nero, il velo in testa e una cintura con dell’esplosivo. Tutto era così oscuro, avevo paura quando i terroristi sceglievano una nuova vittima. Ci dicevano che noi non serviamo a nessuno…

Invece io sapevo che servo e servirò ai miei genitori, parenti, amici, forse questo mi ha aiutato a sopravvivere! Avevamo tanta paura ma noi avevamo la speranza che ci salvavano da quest’inferno. Ho perso tanti amici e compagni di classe. Quando ci siamo messi a correre fuori dalla palestra i terroristi ci sparavano.

Io credo che al mondo ci siano più persone buone che cattive perché, dopo, quando ho guardato la tv ho sentito che questa tragedia ha toccato il cuore di tante persone di tanti Paesi e la gente adesso sembra più unita. In quei giorni, ho saputo, il nostro Paese ha vissuto un periodo molto difficile perché tante scuole non funzionavano perché i genitori avevano paura di lasciare andare a scuola i loro propri figli. È stato un momento molto brutto, la gente faceva discorsi strani sulla guerra, sul terrorismo di massa, parlavano di vendicarsi. Questa tragedia ha toccato quasi ogni famiglia perché la nostra Repubblica dell'Ossezia del Nord è piccola e tutti sono parenti e quindi tutte le famiglie hanno vissuto un grande dolore.

Il 1° ottobre mi sono incontrata con il Santo Padre (Giovanni Paolo II – nd.r.) e grazie a questo incontro ho dimenticato tanto di quel dolore che ho patito in quei giorni. E per questo dico grazie anche a voi che ci avete invitati all’Appuntamento dei Giovani della Pace.

Alina di Beslan, 14 anni
Asti, 3 ottobre 2004
foto: II Appuntamento Giovani della Pace






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