Caritas Georgia

Pubblicato il 19-11-2010

di sandro


Tbilisi, Georgia, 12 ottobre 2005
E-81 580/05

Con il crollo del periodo sovietico la Georgia, che era stata fino ad allora la Repubblica più ricca e benestante dell’Unione, ha cominciato a conoscere la fame.

Quando, circa dieci anni fa, sono stato per la prima volta a visitare gli orfantrofi della Georgia ho visto la fame con i miei occhi. All’orfanotrofio di Telavi, una cittadina georgiana a 180 km di distanza dalla capitale, i bambini ospiti dell’istituto, per colazione avevano ricevuto un minuscolo pezzetto di pane e una bevanda fatta di acqua macchiata con qualche goccia di latte. La cosa impressionante era che la bevanda non era servita in tazze o in bicchieri ma in barattoli di latta arrugginiti che un tempo avranno contenuto una conserva. I bambini erano denutriti. Non ho mai visto niente di più orribile.

Quando sono stato a visitare l’Ospedale psichiatrico per bambini di Bedani, (a 120 km da Tbilisi), era inverno e faceva molto freddo. Ho visto i bambini, malati mentali, cercare con le loro mani nude qualcosa da mangiare sotto l’erba del cortile.
In Georgia ho visto persone sole, nelle proprie abitazioni, magre come i prigionieri che si vedono ritratti nelle fotografie dei campi di concentramento. Adulti che pesano 35 o 40 chilogrammi.

Dieci anni fa in Georgia era emergenza e la Caritas Georgia ha creato allora una Mensa Umanitaria. Oggi, nonostante i cambiamenti politici, l’emergenza persiste, molti hanno ancora fame, e la Mensa di Tbilisi continua ad essere la “salvezza” per circa 800 persone. Tutti i giorni la Mensa serve circa 800 pasti caldi e nutrienti a persone che altrimenti ancora oggi sofrirebbero la fame. Sono principalmente anziani poveri e soli, dimenticati da tutti, ma sono anche i bambini di strada della nostra Casa-Famiglia, i ragazzi del Centro Giovanile perchè le loro famiglie stentano a sfamarli, i bambini di due orfanotrofi statali, dove le razioni di cibo sono ancora troppo scarse, e gli infermi che assistiamo a domicilio. Questa è la realtà di oggi.

I bambini raccolti dalle strade di Tbilisi, hanno conosciuto la fame vivendo per anni in strada, nei mercati cittadini, nelle stazioni, mendicando e raccattando “resti di cibo avanzato dai cani”.....Vive da noi, nella Casa- Famiglia, un ragazzo che ha vissuto per tre anni in un tubo della fognatura. Cosa avrà mangiato? Questi bambini, quando arrivano da noi, e gli offriamo un piatto di minestra, cominciano a mangiarla con le mani, perchè non hanno mai usato prima un cucchiaio. La piccola Maia ci ha raccontato che l’unico pasto, suo e dei fratellini, era un pò di aglio disciolto in acqua calda. Maia conosceva solo il sapore amaro dell’aglio.

Ogni settimana, al Poliambulatorio di Caritas Georgia , arrivano continuamente richieste di aiuto da parte di numerose persone che non ce la fanno a tirare avanti e sono soprattutto richieste di viveri: di un pò di pasta o di riso, di olio o zucchero. Chiedono da mangiare ma molte volte queste persone si vergognano di pronunciare la parola FAME, hanno fame, ma non riescono a dirlo per vergogna, perchè per loro è una grande umiliazione e non sanno come venirene fuori.

 

Gli anziani che vengono alla Mensa Umanitaria di Tbilisi sono pensionati soli che, dopo una vita di duro lavoro al servizio del regime sovietico, ricevono dallo Stato una pensione di anzianità “da fame” equivalente a 13 euro al mese. Cosa si può comprare oggi con 13 euro al mese? Nemmeno un kg di patate e una pagnotta al giorno. Queste persone hanno fame, ma hanno non solo una fame materiale, “la fame dello stomaco”, ma anche una “fame spirituale”, un bisogno di amore; la necessità di scambiare una parola buona con qualcuno, di ricevere un sorriso per non sentirsi del tutto abbandonati.

Una Signora di 82 anni, beneficiaria della Mensa, nella sua testimonianza scrive che: -“Non è tanto importante il cibo in sè stesso, quanto il modo in cui è offerto.”

Ringraziamo il SERMIG di Torino e tutti gli Amici che dall’Italia ci fanno avere containers con gli aiuti umanitari, contenitori carichi di viveri per la Mensa di Tbilisi. Senza il vostro aiuto sarebbe impensabile per noi sfamare ogni giorno 800 persone. A nome di tutti loro vi faccio giungere il nostro GRAZIE DI CUORE e vi assicuriamo le nostre preghiere.

Padre Witold Szulczynski
Direttore di Caritas Georgia

Vedi scheda Georgia, casa per i bambini

 

 

 

 

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