Caro Presidente
Pubblicato il 31-08-2009
Lettera aperta al Presidente ugandese Yoweri Museveni, a pochi giorni dall’inizio del suo terzo mandato presidenziale.
Alcune associazioni italiane, attente alle sofferenze del popolo ugandese, hanno scritto una lettera aperta al Presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, a pochi giorni dall’inizio del suo terzo mandato presidenziale. |
Con la seguente lettera si chiede che il governo moltiplichi gli sforzi di pace, perchè si ponga finalmente fine alla guerra che da 20 anni affligge le popolazioni del Nord Uganda, con oltre 100.000 vittime, il sequestro da parte dei ribelli di 30.000 minori e un milione e mezzo di sfollati nei campi profughi. Con questo nuovo appello le organizzazioni firmatarie, alle quali potranno aggiungersene altre, chiedono in particolare che con la pace sia garantito il ritorno dei profughi nei loro villaggi, dove, per ricominciare a vivere, avranno bisogno di ogni cosa. | ![]() www.zeitenspiegel.de |
Per questo l’appello indirettamente è rivolto anche alle organizzazioni e all’opinione pubblica internazionale, perchè non si lascino morire quelle popolazioni nella miseria. |
Onorevole Presidente Museveni, Chi di noi è stato in quei territori ha potuto toccare con mano la gravità della situazione e vedere la tragedia della guerra che da venti anni colpisce i popoli del Nord, in particolare i bambini, costretti a lasciare i loro villaggi e a vivere miseramente e morire senza dignità nei campi profughi. Abbiamo apprezzato la dichiarazione da Lei resa lo scorso 6 marzo innanzi ai rappresentanti della Unione Europea e degli Stati Uniti d’America, con la quale si è impegnato ad assicurare la chiusura dei campi profughi e il rientro dei profughi nei rispettivi villaggi di origine. Era questo il segnale che tutti si aspettavano da Lei! Anche noi, operatori di pace italiani, confidiamo nell’operato concreto del Suo governo, all’inizio del Suo nuovo mandato presidenziale, per la realizzazione della pace nel Nord del Paese e il ristabilimento dei diritti umani fondamentali. Per questo riteniamo sia necessario garantire le condizioni per il ritorno della gente nelle proprie case: la sicurezza dei civili, la ricostruzione dei villaggi, delle scuole e delle strutture sanitarie, il sostentamento alimentare e le sementi per coltivare la terra. Pertanto riteniamo prioritario aprire una trattativa con gli ormai pochi ribelli del Lord’s Resistance Army rimasti nel territorio, al fine di raggiungere un accordo di pace certo e duraturo. Distinti saluti Associazione Amici di Angal La redazione
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