Cercatore di Dio, filosofo della vita

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


A pochi giorni dalla sua scomparsa ricordiamo, attraverso le parole di mons. Massimo Camisasca pubblicate su “Il Tempo”, la vita e il pensiero di don Giussani.


... di Massimo Camisasca


  
Don Giussani è stato in questi cinquanta anni un profondo conoscitore dell’uomo e una persona che ha vissuto tutto in riferimento a Cristo, un uomo per cui Cristo è stato veramente tutto, soprattutto come fonte di conoscenza e termine reale di un non mai appagato desiderio di intensità vissuta.

Archivio CL

Conoscitore dell’uomo: da quando, a tredici-quattordici anni, ha trovato nella lettura di Leopardi una delle chiavi più espressive dell’animo umano, mai si è placata la sua ansia di incontrare e leggere il segreto dell’io. Il senso religioso (la sua opera più famosa, la più letta, anche se forse una delle più complesse e profonde) è innanzitutto una grande riflessione su tutte le dimensioni della vita umana.

Ma questa riflessione è per don Giussani l’esaltante “esercizio” di vita di ogni incontro. Chi lo incontra e lo ascolta ha la percezione di essere di fronte a una grande intelligenza delle pieghe della realtà umana: della ragione, dell’affettività, della libertà.

La sua conoscenza dell’uomo si è nutrita di una capacità di lettura profonda, tale da collocarlo tra i filosofi, di una penetrazione intima dei grandi della letteratura, della musica, della pittura, di cui sono documentazione tanti suoi interventi disponibili in volumi (da Cara beltà a Le mie letture, alla introduzione alla collana di dischi Spirto gentil).

La sua non è mai stata però una carrellata rapsodica fra mille autori di ogni tempo.
Don Giussani ha avuto una coscienza profondamente unitaria dell’avvenimento culturale: incontrando gli altri incontrava sempre di più se stesso e incontrando se stesso incontrava sempre di più quella “cosa dell’altro mondo in questo mondo!”, come egli definì l’Incarnazione in una conversazione con Enrico Manfredini – suo compagno di seminario e futuro arcivescovo di Bologna – quando avevano quindici anni.

“Da allora nessun istante fu più banale” commentò don Giussani.
E chi ha vissuto con lui sa che questa è verità e non una frase fatta, l’espressione di un megalomane o di un esaltato.

Archivio CL
La sua conoscenza di Cristo si è nutrita di una grazia assolutamente rara di penetrazione della vita di Gesù raccontata nei vangeli. Chi legge le sue emozionanti pagine che ri-narrano i mille incontri di Gesù con la gente (da Giovanni e Andrea, a Zaccheo, alla vedova a cui era morto il figlio unico),
chi ha partecipato alle liturgie del venerdì santo da lui ricostruite guardando con gli occhi di Maria (una grande sapienza registica che si nutriva di voci e di silenzi, di canti e di parole, di Mozart, Péguy, da Victoria, Milosz oltre ai testi biblici…) conosce un modo originale di entrare nella vita di Gesù, un modo immaginativo ma non fantastico che rende la persona di Gesù una presenza umanissima ma per nulla superficiale, come spesso accade a chi confonde la straordinaria umanità di Gesù con la banalità delle emozioni di tutti i giorni.

Ma il centro, il cuore del genio cristiano di Giussani sta nell’aver indicato una strada,
un metodo di vita, inscindibilmente legato alla verità. Qui sta a mio parere il tesoro per l’uomo e per la Chiesa stessa rappresentato dall’esperienza personale e dalla proposta di Giussani. Un itinerario per vivere la tradizione della Chiesa scoprendola giorno per giorno come attuale, “avvenimento” presente di uno sguardo infinitamente attrattivo.

Massimo Camisasca

Breve profilo di Mons. Massimo Camisasca

Don Massimo è di Milano. A 14 anni entra al Liceo Berchet, dove ha come insegnante don Giussani. È diventato negli anni responsabile di GS, presidente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica a Milano, insegnante di filosofia nei Licei e all’Università Cattolica di Milano, alla Pontificia Università del Laterano, dal ‘93 al ‘97 è stato vice-preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi sul matrimonio e la famiglia. Nel 1985 ha fondato la Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo, oggi presente in 16 Paesi del mondo. Di questa è superiore generale; dal 2003 è anche consultore della Congregazione per il clero. Don Massimo ha scritto anche molti libri; i più noti sono i due volumi sulla storia di Comunione e Liberazione.
     


Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok