CONTROILPIZZOCAMBIAICONSUMI

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro



CONTROILPIZZOCAMBIAICONSUMI


Palermo, 29 giugno 2004. Le strade del centro città sono tappezzate da centinaia di piccoli adesivi listati a lutto. Contengono questo messaggio:
UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO È UN POPOLO SENZA DIGNITÀ”.
Si tratta del clamoroso gesto di sette cittadini poco meno che trentenni, che ne spiegano la ragione con una lettera aperta alla città: “(…) la verità noi siciliani la sappiamo bene: ogni esercizio commerciale che fa un buon fatturato, se non è “amico degli amici”, deve pagare il pizzo. Tutti, nessuno escluso. Poco magari, ma tutti versano denaro “per essere protetti”. Tutto ciò è saputo da tutti i siciliani. E quotidianamente dimenticato. (…)
Quando giornalmente facciamo la spesa pensiamo forse che comprandoci semplicemente di che vivere abbiamo appena lasciato denaro anche alla mafia? Certo che no, eppure è così (…)”. Dal quel giorno la pratica degli adesivi continua a diffondersi lentamente tramite il passaparola, il web e l’emulazione, estendendosi a macchia d’olio in numerosi Paesi e città del Meridione: “La rete degli attacchini concepisce le proprie azioni come una delle possibili maniere per erodere dal basso il consenso sociale di cui godono Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra nell’estesa zona grigia del Meridione, e si considera parte di quel fenomeno sociale ben più vasto che si auspica prenda piede in tutto il Meridione: un processo di autoeducazione popolare finalizzato alla liberazione delle menti del territorio da tutte le mafie”. Il Comitato Addiopizzo inoltre è attivo promotore di convegni ed altre attività di sensibilizzazione e mobilitazione contro il pizzo (ultima l’azione di solidarietà con Rosario Crocetta, sindaco di Gela minacciato di morte). Sul suo sito si può firmare il “Manifesto del cittadino/consumatore per la legalità e lo sviluppo”, della campagna “Controilpizzocambiaiconsumi”, che invita i consumatori a “scegliere prodotti e servizi forniti da imprenditori, esercenti e professionisti che non paghino il pizzo o che, essendo stati vittime di richieste estorsive, ne abbiano fatto denuncia”. Gli studenti universitari hanno trovato il modulo di adesione nei documenti d’iscrizione all’anno 05-06, con la possibilità di consegnarlo presso le segreterie centrali di facoltà. Le firme di adesione (nome e cognome ben visibili on-line) aumentano ogni giorno e ad oggi, 10 aprile 2006, sono ca. 7000

www.addiopizzo.org

 

 

 

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