DALL’AFRICA: Appello alla Francia

Pubblicato il 31-08-2009

di Claudio Maria Picco


L'Africa parla di se stessa: un gruppo di organizzazioni della società civile africana, riunite a Nairobi in occasione del Social Forum, ha stilato un "Appello ai candidati alle elezioni presidenziali in Francia" che resterà un punto di riferimento anche per il futuro.

a cura di Claudio Maria Picco


Il 16 febbraio scorso si è svolto a Cannes il 24esimo summit Africa-Francia. In quell’occasione, più di trenta dirigenti africani hanno detto addio a Jaques Chirac. All’Africa Chirac ha chiesto di rinforzare lo Stato di diritto, di assicurare un buon governo finanziario e democratico, e, soprattutto, “di non svendere le sue immense risorse naturali alle potenze emergenti”, come la Cina.

Da parte sua la società civile africana ha preso con forza la parola
, presentando un Appello approvato - durante il Social Forum di Nairobi - da una commissione composta da oltre 250 partecipanti provenienti da tutta l’Africa. Pubblichiamo il testo dell’appello, inviatoci dalla Commissione diocesana Giustizia e Pace di Bukavu (R.D.Congo), che ha collaborato alla stesura.


L’Africa non è povera. Dispone di importanti risorse per nutrire, curare, educare e offrire occupazione ai suoi figli; ma non è in grado di sollevarsi da secoli di sfruttamento. Dopo la tratta dei suoi figli e la colonizzazione, i clan al potere, gli Stati stranieri e le multinazionali hanno confiscato la sua sovranità, attizzato conflitti cruenti e saccheggiato le sue risorse in modo spudorato.

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La colonizzazione dell'Africa, prima della II guerra mondiale 
Non è un caso se, dappertutto nell’ex Impero coloniale francese, si alzano voci cupe di malcontento contro la politica della Francia. Anche se i dirigenti africani sono i primi responsabili della situazione sociale e politica del continente, la Francia ufficiale ha comunque una pesante responsabilità. La sua politica favorisce il mantenimento al potere di capi di Stato sprovvisti di ogni legittimità, di idee per il futuro e i cui tratti comuni restano il saccheggio, lo spreco di risorse pubbliche, i massacri di innocenti, l’imprigionamento degli avversari politici, la strumentalizzazione della giustizia, la manipolazione dei processi elettorali e l’indifferenza ostentata di fronte alla miseria clamorosa della loro popolazione…

Questa politica, mantenuta nel disprezzo delle leggi, della giustizia e dei diritti universali dell’Uomo, ha rovinato il capitale di speranza delle nostre popolazioni e confinato i nostri popoli in una situazione di miseria senza precedenti. Migliaia di giovani colpiti al cuore, privati di ogni futuro a casa loro, abbandonano il continente alla ricerca di un mondo più clemente. L’Europa, più vicina, resta la loro destinazione preferita, ma la loro avventura si arena troppo spesso nel deserto, nel ventre del Mediterraneo o dell’Atlantico, o ancora sotto le pallottole assassine alle frontiere del vecchio continente. Quelli di loro che hanno la fortuna di entrare nel territorio europeo hanno un appuntamento con la politica dell’umiliazione: difficoltà con la polizia, aree d’internamento, documenti, condizioni di vita disumane.

Lo sviluppo dell’Africa è prima di tutto nostra responsabilità, ma noi crediamo che una relazione fruttuosa con la Francia è possibile. I legami che noi intratteniamo con il popolo francese, alcuni sviluppi positivi della politica francese, per esempio nella Repubblica Democratica del Congo, o il sostegno alla società civile, lo dimostrano.
Tuttavia un tale rinnovamento non è concepibile se le basi di questa relazione non vengono purificate. La Francia deve prendersi la responsabilità del suo passato in Africa: bisogna finirla con i momenti bui della “Françafrique” (vedi box sotto – n.d.r.), con il sostegno ai regimi autoritari e con l’impunità.

La sovranità degli Stati africani deve essere affermata e gli interessi reciproci dei nostri Paesi, chiaramente dichiarati. La Francia deve cessare ogni ingerenza negli affari militari, politici ed economici degli Stati africani, in particolare rinunciando a dettare la politica monetaria dei Paesi della zona CFA, di cui ospita le riserve e i conti operativi pubblici. Infine non intendiamo intrattenere relazioni rispettose tra i nostri Paesi fin tanto che continueranno le politiche repressive e selettive dell’immigrazione.

Cogliendo l’occasione di questo 24° vertice “Africa-Francia”, noi, organizzazioni della Società Civile africana, lanciamo un appello solenne a tutti (tutte) i candidati (candidate) alle elezioni presidenziali francesi affinché costruiscano sulla base della verità, della giustizia, della legalità e della libertà, un nuovo patto generazionale tra la Francia e l’Africa.
In particolare lanciamo un appello ai candidati per:

1 Mettere in atto delle iniziative forti, all’inizio del mandato, per segnare l’entrata in una nuova era delle relazioni tra Francia e Africa; questo presuppone in particolare di:
- riconoscere le responsabilità della Francia nei guasti e nei traumi causati dalla colonizzazione e dalla politica neo-coloniale, in particolare nel genocidio in Rwanda;
- rendere pubblici gli accordi militari di cooperazione che legano la Francia ed alcuni Paesi;
- sequestrare e restituire i beni illecitamente acquisiti e gli averi sottratti dai nostri dirigenti e dai loro complici.

2 Adottare regole commerciali ed economiche internazionali trasparenti in grado di portare benefici a tutte le popolazioni africane; questo comporta:
- sospendere i negoziati sugli accordi di partenariato economico per i quali l’Unione Europea impone la liberalizzazione commerciale e riprenderli tenendo conto degli interessi espressi dalla società africana;
- regolamentare le industrie estrattive e obbligare le imprese francesi operanti in questo settore a rispettare le norme ambientali e sociali e a rendere pubblico quanto versano agli Stati africani;
- azzerare il debito pubblico dei nostri Stati senza altre condizioni che il controllo dei cittadini sui fondi recuperati.

3 Aumentare lo sforzo di solidarietà della Francia con l’Africa, in particolare in appoggio alle iniziative che sostengono il processo democratico, il rafforzamento dello Stato di diritto, il rispetto dei principi universali dei diritti dell’Uomo in Africa.

Sappiamo che il popolo francese si aspetta molto dalle prossime elezioni. Sappiate che in Africa saremo milioni a seguirle attentamente. Avete un’occasione storica per impegnare il vostro Paese in un nuovo patto generazionale con i popoli dei nostri Paesi.

Traduzione dal francese a cura della nostra redazione

a cura di Claudio Maria Picco
da Nuovo Progetto marzo 2007


LA FRANÇAFRIQUE
Il termine è stato coniato da François-Xavier Verschave, economista e studioso delle relazioni franco-africane scomparso nel 2005, per definire il risvolto occulto della politica della Francia in Africa; di questo autore si veda “La Françafrique. Le plus long scandale de la République”, Stock, Parigi 1998

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