Dignità

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Le televisioni di tutto il mondo hanno trasmesso le immagini con i volti impauriti di alcuni soldati americani catturati dagli iracheni e tutta la violenza della guerra ci è di colpo piombata addosso.
Ci siamo resi conto che la guerra è spietata…

...Claudio Maria Picco       

La guerra in Iraq va avanti portandosi dietro un carico di brutture, di ferocia, di sofferenza. Se ancora c'era qualcuno che si era illuso - fidandosi dei proclami degli strateghi e dei governanti della coalizione anglo-americana che fino a pochi giorni fa sventolavano la convinzione di una guerra lampo e indolore - si è dovuto ricredere. Le televisioni di tutto il mondo hanno trasmesso le immagini con i volti impauriti di alcuni soldati americani catturati dagli iracheni e tutta la violenza della guerra ci è di colpo piombata addosso.
Ci siamo resi conto che la guerra è spietata, che ogni mezzo è buono quando si tratta di combattere. E, si sa, oggi la pressione psicologica esercitata dai media è ben più efficace di un bombardamento a tappeto. Questa mossa a sorpresa degli iracheni da un lato ha prostrato e offeso l'opinione pubblica americana, dall'altro ha dato fiato ai movimenti di piazza sul fronte arabo che hanno fatto al scoperta di un avversario non così invincibile come si voleva far credere. Per tutti noi è il segno di una sconfitta. I volti tesi e terrorizzati di quei giovani soldati americani, poco più che ragazzi, dovrebbero essere un richiamo per la nostra coscienza di persone "civili e progredite".

La gogna a cui sono stati sottoposti dovrebbe farci capire che la guerra non ha senso, non ha ragioni, non serve per migliorare le condizioni di vita di un popolo, non rende il mondo più vivibile o sicuro, produce solo una violenza che richiama altra violenza e così via in un avvitamento senza fine.
Siamo sconfitti perché non sappiamo imparare le lezioni della storia. Il mondo non va avanti grazie ai condottieri di turno che con i loro eserciti cambiano gli scenari geopolitici. Il mondo sta in piedi e cresce grazie alla bontà che disarma, grazie a tanta gente che ogni giorno lotta contro la fame, contro le malattie, contro l'ignoranza, contro le sopraffazioni spesso pagando di persona prezzi molto alti, a volte anche con la vita. Il Papa oggi in una lettera inviata ai cappellani militari scrive: "Anche in mezzo ai combattimenti più aspri è doveroso rispettare la dignità dell'avversario militare, la dignità delle vittime civili, la dignità indelebile di ogni essere umano coinvolto negli scontri armati". Giovanni Paolo II ribadendo poi ancora una volta il suo no alla guerra ha dichiarato: "Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che la guerra come strumento di risoluzione delle contese tra gli Stati è stata ripudiata, prima ancora che dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla coscienza di gran parte dell'umanità, fatta salva la liceità della difesa contro l'aggressore". Ci auguriamo che sempre più "coscienze" stiano dalla parte della pace.
25 marzo 2003
Claudio Maria Picco

 

 

 

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