Dignitas infinita

Pubblicato il 19-06-2024

di Domenico Agasso

Il Vaticano condanna la «maternità surrogata», definita da papa Francesco una pratica «deprecabile» che andrebbe «proibita a livello universale». La gestazione per altri rientra nell’elenco delle «gravi violazioni» della dignità umana contenuto nella dichiarazione Dignitas infinita, pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede il 2 aprile, dopo l’approvazione del Pontefice. Firma: il cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández, con il segretario per la sezione dottrinale monsignor Armando Matteo.

Nel documento, la Chiesa prende posizione «contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto». Vengono riprese le parole del Vescovo di Roma pronunciate nel discorso al corpo diplomatico: «La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio». La gestazione per altri «è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».

La dichiarazione «Dignitas infinita circa la dignità umana» diventa pilastro e sintesi del pontificato argentino. Denuncia anche la «povertà estrema» e lo «scandalo disuguaglianze, una delle più grandi ingiustizie del mondo contemporaneo». E poi, la guerra, che «è sempre una “sconfitta dell’umanità”»: oggi è «molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile “guerra giusta”».

C’è il «travaglio dei migranti, considerati non abbastanza degni di partecipare alla vita sociale come qualsiasi altro». La tratta delle persone, «una vergogna per le nostre società».

E si ribadisce il no all’aborto: è un atto «particolarmente grave e deprecabile», al contempo la «difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano».


NP maggio 2024
Domenico Agasso

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok