Dio in me

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Quante volte ascoltiamo la Parola come si ascolta una storia qualsiasi, quante volte ci entra da un orecchio e ci esce dall’altro! Certamente per tanti non è così. Come ci stiamo preparando alla prossima Pasqua?

... di Ernesto Olivero

L’abitudine riesce ad uccidere tutto. L’abitudine arriva, ti prende quando la presunzione trova posto. L’abitudine è come la droga. Mille e mille giovani sono morti di droga. Decine di migliaia di persone, uomini e donne, muoiono di droga, ma chi si fa il primo buco continua a pensare: mi fermo quando voglio e invece... per moltissimi non è così. L’abitudine può contagiare tutto, anche i cristiani. Gesù ha parole di vita eterna. È l’affermazione che Simon Pietro rivolge a Gesù che aveva appena chiesto ai discepoli: anche voi volete andarvene? Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna.

Quante volte ascoltiamo la Parola come si ascolta una storia qualsiasi, quante volte ci entra da un orecchio e ci esce dall’altro! Certamente in mille e mille posti, in tante parrocchie e comunità non è così. Per la prossima Pasqua tantissime chiese saranno piene. Tanti fedeli andranno a confessarsi e faranno la comunione per ottemperare al precetto che obbliga a ricevere il perdono di Dio e l’Eucaristia almeno una volta durante l’anno. Ho sempre pensato che questo “almeno una volta” sia un’assurdità e lo dico con il rispetto dovuto alla sapienza della Chiesa che tiene conto del minimo necessario per la vita di fede.

La grazia è come l’amore. Entrambi vivono nella misura in cui trovano nell’altro una corrispondenza: ci sto all’amore, ci sto alla grazia, ma tutti i giorni. Quando per la debolezza di un momento o per presunzione vengono meno non riesco a dormire la notte per il desiderio di riprendermi la grazia e l’amore. Tutti dovremmo vivere con la consapevolezza che:

Dio è in me.

Sei qui, totalmente Dio, dentro me
Sei qui, totalmente uomo, dentro me
e vuoi che io viva per Te,
silenzio, prega con me, con me.

Per me ti sei fatto uomo, come me
la Croce tremenda più non è, dopo che
Tu l’hai resa benedetta.
Silenzio, prega con me.

Adesso incontrando me
non troverete me
ma Dio in me, in me.

Io posso cambiare, qualunque cosa faccio posso viverla con Gesù in me.
C’era un barbone a Londra che pregava cantando tutto il giorno una filastrocca con una voce dolcissima e piena di pace: “Jesus Blood never failed me yet - il sangue di Cristo non mi ha mai abbandonato”. In pace o in mezzo alle guerre, alle ingiustizie, alle violenze, da politico, da scienziato, da intellettuale, da figlio o da genitore, da prete, da vescovo, da monaca o da monaco, da giovane o da vecchio, da affamato o da sazio, da cinese, da israeliano, da palestinese, da iracheno, da brasiliano, da italiano posso vivere con Gesù in me.

Ernesto Olivero
da Nuovo Progetto marzo 2005

 

 

 

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