DONNE DI CORSA

Pubblicato il 31-08-2009

di andrea


Ancora una volta, in occasione dell’8 marzo sui media c’ è stato un ondeggiamento tra un tono da luogo comune e retorico e la visione catastrofista di chi ritiene che oggi tutto vada male e non si facciano mai passi avanti, quando non addirittura si rimpiange il tempo passato.

... Carlo Degiacomi

Non faccio nomi, ma anche su La Stampa un importante commentatore ha deciso che le donne oggi sono fuori dal lavoro più di ieri, che siamo di fronte ad un peggioramento della situazione della donna anche per carenza di servizi, ecc.
OPINIONISTI SENZA OPINIONI SERIE?
La domanda che proviene sempre di più leggendo cosiddetti opinionisti è: dove vivono? Basta avere un'impressione per scrivere? Si conoscono gli sforzi per allargare buone pratiche? Si considerano dati, analisi di persone attente ai fenomeni o vale di più la chiacchierata da bar? Il tema da bar è sempre affrontato come una discussione da tifo? Ma questo è dialogo o schieramento?
Sempre su la Stampa è venuto fuori un articolo invece interessante in cui la domanda era: è possibile nel clima politico italiano che esistano dei giornalisti che pensano con la propria testa? Che non si schierano immediatamente per partito preso? Che autonomi scavino un po' di più nella realtà e alla fin fine diano una mano alla gente ad avere stimoli maggiori per interpretare ciò che succede al di là della dichiarazione di leader più o meno famosi della politica?
IL "POSTO " DELLE DONNE IN ITALIA
Ritornando all'argomento di un tema sociale come quello del ruolo e della condizione delle donne nella nostra società (ma può essere interessante affondare il tema in altri paesi e in altre culture, nei prossimi articoli) bisogna intanto sapere che anche in Italia che pure è uno dei paesi a più basso tasso di occupazione femminile, l'aumento del numero degli occupati negli ultimi anni è dovuto all'incremento dell'occupazione femminile. Le donne sono diventate la componente più dinamica del mercato del avoro. Il tasso assoluto di occupazione femminile negli ultimi 10 anni è passato dal 41, 9 % al 47,3%, insomma + 5 punti in percentuale, mentre quello maschile è diminuito lievemente.
L'aumento è dovuto alla crescita della scolarizzazione femminile, e allo sviluppo di rapporti a termine e a tempo parziale - oggi in Italia rappresentato dal 18% circa- che prima non erano osteggiati da più parti e dalla legislazione.
Da notare che il part-time è la modalità di orario "normale" specie per le donne con una media intorno al 40% nel nord europa (dall'Olanda - fino al 67%- alla Svezia, al Regno Unito, alla Danimarca..).
LE DONNE FANNO "DOPPIO LAVORO"?
Che cosa c'è che non va? Che molte donne però continuano a lasciare il lavoro in occasione del matrimonio o della nascita del primo figlio. E le donne (specie al Sud) con bassa scolarizzazione fanno poi fatica a rientrare al lavoro. Anche al Centro Nord l'abbandono del lavoro a causa familiare a volte diventa un'esclusione.
Allora perché non fissare l'attenzione su questi aspetti e sul fatto che se le imprese (anche micro e artigianali e negozi) contano sempre di più donne tra i loro dipendenti, bisogna affondare direttamente la contrapposizione tra le esigenze della famiglia e quelle del posto di lavoro.
Quante volte le donne rinunciano a posti di responsabilità e/o professionali per motivi di famiglia?
Le donne che lavorano sono le prime (anche se non le uniche) a dover fare i conti con una doppia giornata di impegno: in ufficio, nella bottega artigiana, in fabbrica, nella cooperativa e…a casa.
UGUAGLIANZA O DIFFERENZA?
Parliamo di questo. Non capisco perché non attecchisce l'abitudine di condire le proprie affermazioni con esempi e di provare a ragionare in termini di buone pratiche, di proposte accanto a denunce così generiche
Gianni Riotta del Corriere della Sera scrive: "Alla mia generazione è toccata in sorte un'avventura unica. Vivere la propria educazione sentimentale mentre le coetanee abbandonavano i comportamenti prescritti da secoli, per affermare la propria identità nella vita, nel lavoro, in politica, nella famiglia e negli affetti. I ragazzi e le ragazze di oggi hanno avuto un cambio di gravità sconvolgente e straordinario… Molte donne ci hanno spiegato che è giusto tutelare e promuovere l'uguaglianza sociale e culturale, ma ci sono delle differenze di genere e che devono essere tenute in contro nelle scelte sociali".
La discussione diventa interessante se si evita il tifo: da una parte bisogna che sia privilegiata la famiglia; dall'altra priorità alla persona e alla sua realizzazione. Ancora una volta Toro e Juve?
LA DOPPIA FATICA
La doppia fatica specie delle donne citata prima finisce con il creare problemi sia nella vita famigliare che nel lavoro. L'una invade l'altra, si nuocciono a vicenda…Tutto dipende da quante persone ci sono intorno che aiutano: i nonni, gli amici? Le donne corrono sempre, si preoccupano, si dividono tra un impegno e l'altro, devono fare scelte tra una cosa e l'altra… Non è facile conciliare tutto…
Facciamo pure tante "parole", ragioniamoci sopra, ma l'interessante è capire che cosa si fa di concreto in altri paesi; e nel nostro ci sono le famose "buone pratiche"?
LA COMUNITA' EUROPEA AIUTA
Intanto ci sono azioni promosse dalla Comunità Europea che aiutano lo scambio di esperienze di paesi diversi e finanziano azioni interessanti proprio ad esempio con l'obiettivo di aiutare il lavoro delle donne. Sono i progetti Equal: progetti per la comunità locale, che vedono a livello di territorio analizzare la situazione e poi promuovere modelli di intervento, in particolare chiamando a raccolta (lo fa in prima persona l'ente locale) i vari soggetti interessati (aziende, sindacati, cooperazione, enti di formazione, associazioni imprenditoriali, ecc.) per sedersi intorno ad un tavolo e essere protagonisti nelle proposte positive, negli interventi.
A Torino un Equal con queste caratteristiche si chiama "da donna a donna" coordinato dalla Città di Torino (Assessori al lavoro e alla condizione femminile)
CASI DI SOLUZIONE E DI PROPOSTE
Cito liberamente dal primo depliant del progetto:un progetto per le imprese e per le persone.
" tre microstorie "grandi" e positive (i nomi sono di fantasia).
1- La piccola azienda SEED ha un andamento del lavoro particolare: per brevi momenti una o due volte al mese deve evadere in fretta ordini superiori all'andamento normale con il rischio di perderli. Il suggerimento del progetto all'azienda e a due dipendenti donne è di utilizzare più ore nei momenti di super lavoro e poi di trasformarle in permessi e recuperi in caso di esigenze familiari per badare agli anziani o ai figli. Così si facilita la presenza al lavoro e la soluzione è comoda a tutti"
2- Un altro esempio. Maria lavora in un piccola ditta ma è una madre che non ha trovato il posto per sua figlia all'asilo nido, e rimane spesso a casa per motivi di forza maggiore. Il progetto informa di aver favorito la decisione di un'azienda vicino, di aprire un asilo interaziendale, quindi a favore di tutti i dipendenti della zona. Può farlo perché ha utilizzato una struttura vuota, ed ha ricevuto aiuti pubblici per la ristrutturazione. Maria aveva proprio bisogno di un punto di riferimento vicino!
3- Sonia ha due figli piccoli. Uno ha pochi mesi. Il progetto, grazie alla legislazione vigente, aiuta il ricorso della sua piccola azienda dove lavora ad una domanda i da destinare alla gestione degli orari delle lavoratrici madri (ma anche dei padri). Per un periodo potrà fare part-time e poi tornare a tempo pieno.
AZIONI POSITIVE DENTRO E FUORI IL POSTO DI LAVORO
Conclusione: ma allora è possibile fare cose concrete; favorendo (si può anche dire "conciliando") in realtà produttive e commerciali sperimentazioni interessanti che fanno incontrare i bisogni di flessibilità delle imprese con quelli delle donne.
Ad esempio: accordi sull'orario più flessibili, calcolati su base settimanale o mensile; orari flessibili in entrata e uscita per gestire i propri impegni famigliari; forme di telelavoro ( a casa con i computer, a periodo, in alternanza a forme tradizionali, razionalizzando spostamenti casa lavoro, l'utilizzo di postazioni, e ancora lavoratori che sostituiscono altro personale in aspettativa in part-time momentanei, in permessi straordinari…
Ma anche servizi collettivi (non tutte le soluzioni si trovano infatti dentro al proprio posto di lavoro): Alcuni servizi pubblici (posta, banche) e privati (bar, supermercati) collocati vicini ad aree di lavoro, diventano più accessibili, modificando orari e servizi… Anche un bar può aprire un asilo nido!. Enti locali e aziende di servizio che di occupano di trasporti cercano e sperimentano soluzioni agevoli per favorire spostamenti e mobilità per rispondere meglio alle esigenze presenti nel territorio. E poi può esserci anche più fantasia: un servizio collettivo di zona di "fattorino tutto fare" può sollevare le donne lavoratrici di molte corse e di assenze dal lavoro, che sia fidato anche per pagamenti e ritiro di documenti… perché no?

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