Educare mente e corpo

Pubblicato il 17-06-2023

di Valentina Turinetto

Un noto proverbio dice “sbagliando si impara” e possiamo esserne tutti d’accordo: solo sperimentando e cadendo possiamo imparare cose nuove. Pensiamo a un bimbo che sta imparando a camminare: il gioco di equilibri che sono necessari per fare un passo dopo l’altro non può che impararlo provando e riprovando, cadendo e rialzandosi. Ma perché il bimbo non si scoraggi, sarà importante la presenza di qualcuno vicino che lo rincuori, lo consoli nel momento della caduta, lo rassicuri che un po’ alla volta imparerà. Ci sembra naturale e scontato un atteggiamento del genere! Proviamo a traslare questa esperienza nella scuola.

Daniela Lucangeli, docente di psicologia dello sviluppo presso l'università di Padova, riporta l’episodio di un bambino che aveva seguito per delle difficoltà di apprendimento: dopo aver affrontato e risolto le difficoltà scolastiche il bimbo le ha chiesto: «Ora che hai tolto gli errori, mi togli anche il dolore degli errori?». Questa frase racchiude il cuore di molti problemi legati all’apprendimento a scuola (e non solo) e sottolinea l’importanza dell’attenzione che un docente deve attivare nel delicato compito dell’insegnare!

In passato la scuola è stata troppo spesso incentrata solo sulla trasmissione dei saperi, senza avere troppa cura delle esigenze e delle specificità dei singoli studenti. Oggi questa attenzione ai bisogni di ciascuno è ampiamente riconosciuta come necessaria, in particolare quando parliamo della sfera emotiva dei bambini e ragazzi che frequentano la scuola. Queste attenzioni si sono sviluppate anche grazie a recenti evidenze scientifiche su quanto le emozioni e le abilità cognitive siano interconnesse tra loro in modo molto significativo.
Infatti, fino a qualche decennio fa, si pensava che la parte cognitiva e la parte emozionale del nostro cervello non comunicassero tra di loro, perché ogni funzione risiede in un’area specifica e distinta. In realtà non è così: nel nostro cervello nessuna funzione è silente alle altre, anzi in questo sistema così complesso tutto si può attivare contemporaneamente.

Le ricerche di neuroimaging, ovvero tecniche che permettono di evidenziare le aree attive del sistema nervoso, hanno mostrato che a ogni attività cognitiva (imparare qualcosa) corrisponde sempre l’attivazione di una parte emotiva; l’aspetto interessante è che l’abbinamento tra queste due parti resta stabile e viene memorizzato.
Cosa implica tutto ciò? Il bambino che parla del dolore degli errori sicuramente ha avuto un’esperienza scolastica che gli ha fissato nella mente che, quando va a scuola, è molto probabile che viva delle emozioni negative, che fanno paura e da cui è meglio fuggire.

Allora ogni insegnante dovrebbe ricordare che sono molti gli aspetti che possono lasciare il segno nella vita presente e futura degli studenti che incontrano: se seminiamo emozioni positive, empatia, vicinanza, queste si fisseranno nella mente dei bambini e dei ragazzi insieme a quanto insegniamo. E questi ingredienti permetteranno loro di non sentirsi delle teste da riempire, ma dei tesori da scoprire e condividere.
 

Valentina Turinetto
NP marzo 2023

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