ENERGIE DI PACE

Pubblicato il 31-08-2009

di laura e giancarlo


Il fabbisogno energetico delle economie emergenti è fonte di preoccupazione per i Paesi abituati a far man bassa di combustibili senza il permesso di nessuno. Le energie rinnovabili potrebbero evitare che le tensioni degenerino in conflitto.

di Ferdinando Di Monaco

Il mondo ha sempre più bisogno di energia, perché le economie crescono e sempre nuovi popoli accedono a livelli di consumi più elevati.
I combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) sono la principale fonte di energia, e anche se sono estratti in quantità enormi e sempre crescenti, non bastano, per cui costano e forse costeranno sempre di più. Benché questi combustibili siano additati come i responsabili dell’effetto serra e dei conseguenti cambiamenti climatici, la fame di energia è tale che pochi si curano di questi fastidiosi inconvenienti.

Alcuni governi hanno pensato di assicurarsi il controllo dei giacimenti petroliferi con la forza delle armi. La guerra in Iraq ha dimostrato quanto sia illusorio e pericoloso attuare la conquista militare dei giacimenti, ma anche alcune guerre africane sono state conseguenza delle tensioni sul controllo delle materie prime energetiche.
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A questo punto l’umanità è ad un bivio:
  • o andiamo verso un confronto politico - militare sempre più accanito per il controllo dei giacimenti dei combustibili fossili, che diventano una fonte spropositata di ricchezza, di potere e di speculazione;
  • o sviluppiamo altre forme di energia, le “energie rinnovabili”, su larga scala e in modo economico, per allentare la tensione sui combustibili fossili e consentire maggiori consumi energetici ai tanti popoli che si affacciano a soglie più elevate di sviluppo economico.

Ma quali sono queste “energie rinnovabili”, su cui si appoggiano le nostre ragionevoli speranze di costruire uno sviluppo dell’umanità nei prossimi decenni, limitando i traumi delle “guerre per l’energia”?

Biocombustibili
Sono i combustibili tratti dai prodotti agricoli (esempio: biodisel per le automobili).
Non sono la soluzione. Se è doveroso utilizzare gli scarti dei prodotti agricoli per produrre energia, stiamo assistendo con preoccupazione alla diminuzione delle aree coltivate per l’alimentazione umana a favore delle colture per i biocarburanti. Questo ha già portato al raddoppio dei prezzi di molti generi alimentari di prima necessità.
In un mondo dove un miliardo di persone soffrono la fame, le automobili dei ricchi sono più forti delle bocche dei poveri. Se questo fenomeno non verrà governato con saggezza, rischiamo – ne abbiamo già le prime avvisaglie - la destabilizzazione di diversi Paesi, per la rivolta dei poveri affamati, che non riescono più a comprare il cibo troppo caro.

Le energie “nuove”: solare fotovoltaica - solare termica - geotermica
La casa del futuro forse sarà tappezzata di pannelli solari, fotovoltaici e termici, almeno sul tetto e sulla facciata sud. Avrà un pozzo munito di “pompa di calore” per estrarre il calore geotermico dal suolo. E non avrà più bisogno dei combustibili fossili.
Questo tipo di casa si può costruire già oggi senza nessuna difficoltà tecnica. Ha un solo problema: costa troppo!
Le energie “nuove”, in particolare la fotovoltaica, hanno delle potenzialità enormi, ma per adesso l’energia prodotta costa molto di più delle fonti tradizionali. Serve un grande sforzo di ricerca per rendere competitivi dal punto di vista economico questi tipi di energia, in modo che possano avere una larga diffusione, diminuendo in modo significativo il consumo di combustibili fossili.

Le energie “mature”: idroelettrica – nucleare - eolica
Sono già utilizzate su larga scala per la produzione di energia elettrica e sono l’alternativa di oggi ai combustibili fossili. Gli impianti richiedono un grande investimento iniziale per la costruzione, ma poi producono con costi contenuti per tempi lunghi: più di 100 anni (idroelettrico), 40-50 anni (nucleare), 20 anni (eolico).
Nel mondo stanno avendo un forte sviluppo con investimenti colossali in molti Paesi, particolarmente in Cina per l’idroelettrico e il nucleare e in Germania per l’eolico.
In Italia hanno modeste prospettive di sviluppo:
  • i progetti per nuovi impianti idroelettrici importanti, che si potrebbero ancora costruire, difficilmente ottengono le autorizzazioni necessarie, il nucleare vede contrari larghi settori dell’opinione pubblica e della politica,
  • per l’eolico i siti adatti, con vento frequente e regolare, non sono molti (in genere in Italia meridionale) e a volte sono anche situati in zone di grande valore paesaggistico.
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Risparmio energetico
È da utilizzare al massimo. È come se fosse una fonte di energia, perché consente di ottenere lo stesso risultato consumando meno energia. Isolamento termico degli edifici, lampadine a basso consumo, utilizzo dei mezzi informatici per evitare viaggi di lavoro non necessari, rivalutazione della bicicletta o dello scooter, ottimizzazione energetica dei processi produttivi, hanno il benefico effetto di ridurre non solo le spese di famiglie e aziende, ma anche il consumo dei combustibili.

La ricerca costruisce la pace
Questa rapida sintesi mette in evidenza quanta strada ci sia ancora da fare perché le energie rinnovabili possano sostituire massicciamente i combustibili fossili. Un obbiettivo così ambizioso non si ottiene con un solo tipo di energia, ma con ingenti investimenti e lo sviluppo coordinato di tutti i tipi di energia rinnovabile, risparmio compreso. Il problema è che alcune fonti promettenti, come il fotovoltaico, il solare termico e il geotermico, devono ancora evolversi per diventare economicamente convenienti.
I Paesi ricchi, se avessero più saggezza, farebbero uno sforzo di ricerca incredibile, una gara senza quartiere tra università, aziende ed enti pubblici, per inventare modi economici e competitivi di produrre energia da fonti rinnovabili.
Purtroppo questo sforzo non c’è stato e solo ora si vede qualche timido inizio. Unicamente nel nucleare sono stati avviati alcuni importanti progetti di ricerca internazionali, ma per il resto c’è un ritardo di almeno un decennio.
I pannelli fotovoltaici di oggi, prodotti generalmente in Cina, somigliano troppo a quelli di 20 anni fa: non si sono evoluti. Le ricerche sui nuovi materiali, sui nuovi tipi di pannelli più economici ed efficienti sono state condotte in modo frammentario da qualche azienda e da qualche studioso. Non c’è stato un grande sforzo dei governi e della comunità internazionale.
Eppure la speranza di pace dei prossimi decenni dipende anche dall’esito di queste ricerche.
Spendere i soldi nella ricerca sulle energie rinnovabili è molto più conveniente che spenderli nella ricerca militare, per inventare le armi giuste per poi andare alla conquista dei pozzi di petrolio.

Ferdinando Di Monaco
da Nuovo Progetto agosto/settembre 2008



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