EUROPA e USA: una bandiera non sempre apprezzata

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Faccio il medico, in particolare lavoro come professore universitario e, quindi, uno dei miei compiti principali è la ricerca scientifica. Come tale mi succede talora di presentare i risultati delle mie ricerche a convegni cui partecipano medici di tutto il mondo...

...Luca Durelli

A Marzo sono stato invitato a Praga, ad un grosso congresso europeo sulla sclerosi multipla, e c'erano circa 900 neurologi di ogni parte d'Europa, con qualche canadese, australiano, neozelandese e pochi statunitensi. Essendo forte la paura che la guerra in Iraq stesse per scoppiare, ho pensato che potesse essere una buona occasione per lanciare una messaggio di pace.
Sapendo che Ernesto Olivero stava per partire per la Giordania per una missione di pace, ho deciso di far conoscere l'impegno del Sermig in questo frangente.
Ho così presentato sul palco la nostra bandiera della pace mentre sullo schermo ne era proiettata la diapositiva cosicchè anche quelli seduti più lontani la potessero vedere chiaramente.
Ho spiegato la sua origine (le bandiere di tutti gli stati del mondo idealmente unti nella parola PACE) e ho detto due parole sull'iniziativa di Ernesto Olivero. Alla fine ho concluso dicendo: "…ed ora passiamo dalla vita reale, al mondo dorato della scienza" ed ho iniziato a presentare i risultati della mia ricerca.
Dopo un attimo di perplessità (devo dire che è raro che in un congresso scientifico la mente dei partecipanti pensi che esiste anche un "mondo reale" al di fuori di quello asettico dei laboratori, o degli splendidi palazzi dove ci invitano, e degli "esagerati" pranzi e cene che ci offrono), è scoppiato un grande applauso durato alcuni minuti. Alla fine della mia conferenza, numerosi colleghi si sono complimentati.
In particolare mi hanno colpito numerosi neurologi turchi che mi hanno fermato per dirmi che proprio loro in particolare la guerra non la volevano; che un gesto come il mio era stato giusto ecc. Non mi aspettavo, devo dire, un'accoglienza così calorosa.
Circa 20 giorni dopo, la guerra era purtroppo già iniziata, ed io dovevo presentare i miei risultati al Congresso della Società Americana di Neurologia, in pieni Stati Uniti d'America. Ho pensato che un messaggio di pace, almeno nel mondo scientifico statunitense sarebbe stato utile e ben accetto. Ho quindi iniziato la mia conferenza con la diapositiva della bandiera del Sermig ripetendone brevemente il significato ... Ho concluso dicendo. "Cari colleghi americani, vi prego di fare ogni sforzo nella vostra nazione per fermare questa guerra".
Non un applauso, una freddezza generale, un'atmosfera glaciale. Alla fine della conferenza non uno che mi abbia detto "crepa" o tanto meno "complimenti". Era come se il mio appello non fosse mai stato lanciato. L'indifferenza piu' generale!
Mi è allora venuto in mente che quando ad Hollywood, alla premiazione degli Oscar, alcuni attori, americani loro stessi, avevano preso posizione contro la guerra, anche lì nessuna reazione, silenzio glaciale, indifferenza.
Ma allora gli americani, paladini della pace, questa guerra la volevano davvero! Ed infatti Bush & C., dopo non avere trovato prove delle armi di distruzioni di massa, dei legami di Saddam Hussein con i terroristi (che tra l'altro non sono assolutamente intervenuti, come il mondo si aspettava, con una serie di attentati spettacolari, nel tentativo di fermare Bush; si è fatto beffe della risoluzione dell'ONU che gli imponeva di fermarsi ed ha deciso unilateralmente l'invasione dell'Iraq (scusate: oggi si dice "liberazione"!).
Ora la guerra è stata fatta, i "signori delle armi", grandi elettori di Bush, hanno avuto i loro guadagni e probabilmente rieleggeranno G. W. Bush per altri 4 anni.

Luca Durelli

 

 

 

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