Felicità

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Desiderare la felicità per noi ha senso nella misura in cui facciamo felici gli altri.

di Ernesto Olivero

Combattere l’oppressione, abolire la schiavitù, lottare per la giustizia sono alcuni dei valori che la storia ha incrociato per darsi un senso. Parole forti, che grosso modo hanno avuto successo, ma hanno cambiato ben poco la storia; gli schiavi sono ancora schiavi, anche se hanno volti e occupazioni differenti; le dittature sono cambiate rispetto a quelle del secolo passato, ma continuano a spadroneggiare con nomi di ideologie e di partiti diversi e così via.
Qual è dunque la chiave per un nuovo e vero impegno che dia significato alla vita? La felicità, essere felici, essere contenti della propria vita, essere contenti di aver trovato il senso della vita. Ma c’è un pericolo. Che la felicità diventi la mia esclusiva felicità, la mia esclusiva esigenza. Se così fosse – e per molti è così – non cambierebbe nulla, se non l’illusione di essere felici. Invece la felicità è veramente la chiave. Chi non si commuove nel vedere una bambina maltrattata, con negli occhi un pianto disperato? Chi non vorrebbe amarla come una figlia e gioire del suo sorriso? È questa la felicità che ti conquista veramente, che ti fa scoprire che puoi rendere felice una persona con un tuo gesto, una tua parola, un po’ del tuo tempo, dei tuoi soldi ed esserne ripagato con un sorriso che ti scalda l’anima.

Noi possiamo essere felici – e dobbiamo esserlo – se guardiamo gli altri
con lo stesso sguardo con cui vorremmo essere guardati noi se fossimo derelitti, affamati, carcerati, ammalati, stranieri… Immaginiamo, per esempio, quale grado di felicità può raggiungere un medico che, spinto dal suo desiderio di curare, trova la forza di passare notti insonni nella ricerca di una cura che cura veramente e finalmente la trova. Pensate alla felicità di cui io ricco, insieme ad altri ricchi, potremmo godere se utilizzassimo una parte della nostra ricchezza per mandare a scuola mille e mille bambini sottraendoli alla raccolta di immondizia nelle discariche per consegnarli ad una vita normale.

È giusto essere felici. Ma come si fa ad essere felici in un mondo come il nostro dove non passa un attimo senza che ci sia un’ingiustizia, un morto ammazzato, uno che si droga, uno che si suicida, un aborto, uno che muore di fame, uno che è privato della dignità e dei diritti più elementari? La partenza dev’essere un’altra: non si può essere felici da soli, non si può essere felici senza far felici anche gli altri.

Ernesto Oliver

 

 

 

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