Fonti energetiche

Pubblicato il 31-08-2009

di andrea


La solare non è “nuova”: è anzi la più antica...

 





 



Il vero e proprio “ben di Dio” che, sotto forma di energia solare, arriva ogni anno sulla Terra è migliaia di volte (si stima, 15.000) superiore ai consumi energetici annuali dell’umanità. E le fonti tradizionali da cui l’uomo ricava energia, a parte la geotermica e la nucleare, derivano tutte da quella, in modo differito: di giorni o mesi i salti d’acqua e il vento, di anni o decenni la legna da ardere, di ere geologiche il carbone, il metano e il petrolio. Al vento si deve ad esempio l’esplorazione di tutti i mari del mondo, av-venuta su navi a vela, a cominciare da millenni prima che fosse inventata la macchina a vapore. Tradizionale è anche lo sfruttamento dell’energia solare per riscaldare gli edifici attraverso la loro opportuna esposizione. Si pensi che, a Roma, le Terme di Diocleziano, oggi Basilica dei Santi Angeli, hanno lo stesso esatto orientamento (non proprio Sud, ma Sud-Sud-Ovest) che un esperto di oggi riterrebbe ottimale perché il calore del sole contribuisca il più possibile a riscaldare l’edificio, e il suo “calidarium” in particolare. È un sistema detto “passivo”.
 
    
 


La grande novità dell'ultimo mezzo secolo in materia di energia solare sono i due sistemi per la sua conversione immediata in forme desiderate: l'"eliotermico", che la converte in calore, e il "fotovoltaico", che la converte in elettricità. Sistemi che sono detti "attivi".
Il primo loro pregio a essere percepito è forse proprio l'immediatezza, che rende suggestivo il poter sfruttare in modo individuale e diretto una forza della natura. È lo stesso fascino che esercitano la navigazione e il volo a vela. Ma i pregi veri di quei sistemi sono ben altri e più concreti. Come la possibilità di dare energia elettrica, senza bisogno di combustibili, ad abitazioni e villaggi isolati.

 
 
Nel Primo Mondo, essa è già largamente utilizzata da anni. Sulle nostre montagne, ad esempio, sono moltissime le baite che hanno luce, frigo e TV grazie a un pannello fotovoltaico e ad una batteria di ac-cumulatori che fa da "serbatoio". Questo perché l'insieme è molto meno costoso, nella maggioranza dei casi, della posa di una linea elettrica; e perché, fatto anch'esso apprezzabile, da Lassù non arrivano bollette.
 
 
 


La stessa Rai ha un centinaio di ripetitori, posti in posizioni elevate, alimentati in quel modo. Lo ha adottato per ragioni di sicurezza, dopo che alcuni impianti sono stati colpiti da fulmini perché alimentati da una linea elettrica che ha funzionato in quei casi come la "discesa" di un parafulmine, e perciò lo ha attirato, il fulmine.
Dando uno sguardo alle faccende di casa nostra, la politica energetica italiana degli ultimi decenni mi pare riassumibile in quattro parole: "Tanta politica, poca energia". Circa i motivi veri di questo lungo stallo, non esprimo opinioni per non indurre il mio prossimo a peccare (a pensar male si fa peccato, ma... ). È un fatto comunque che siamo di almeno quindici anni in ritardo rispetto ad altri Paesi, anche molto meno soleggiati del nostro, nella forma più razionale e promettente di uso della fonte fotovoltaica, quella dei "tetti solari" collegati alla rete elettrica. I quali erano una novità in Europa nel 1984, in Giappone molto prima e presentano numerosi vantaggi. Ne cito il principale: la capacità di fornire un sostanziale contributo al fabbisogno elettrico di un Paese e, al limite, di coprirlo interamente con energia "pulita", senza sottrarre un solo nuovo metro quadro al verde e all'agricoltura. È grazie alla grande diffusione che sta avendo quel sistema, inoltre, che in questo momento è saturata la capacità produttiva mondiale di celle e moduli fotovoltaici. Circostanza che la farà aumentare, attraverso sia nuovi investimenti che nuovi progressi tecnologici, con favorevoli ripercussioni sui prezzi. Un timido risveglio italiano in quel campo si è avuto col "Programma Nazionale Tetti Fotovoltaici", divenuto esecutivo alla fine del 2001 dopo una lunga attesa iniziata nel novembre 1997, quando era stato annunciato come "Programma 10.000 tetti". Se tutto andrà bene, ne farà invece installare poco più di 2.000, ma ha attirato un grande interesse nel pubblico. Lo attestano le domande di finanziamento, che sono state tre o quattro volte superiori agli stanziamenti previsti dal programma. Un inizio al quale gli avvenimenti internazionali e la forza delle cose, più ancora che le considerazioni ambientali, ritengo faranno avere un buon seguito, anche in Italia.
Un altro settore "solare" il cui sviluppo consentirebbe forti risparmi non solo di inquinamento, ma anche economici (gli impianti si ammortizzano in tempi che vanno da un quarto alla metà della loro vita operativa) è quello dei collettori per acqua calda. In Italia hanno notevoli possibilità di espansione poiché, mentre qui ce ne sono 4-5 metri quadri ogni 1.000 abitanti, in due Paesi diversissimi fra loro, ma che possono essere presi ad esempio, l'Austria e la Grecia (uno ricco e uno povero), di metri quadri di collettori ogni 1.000 abitanti ce ne sono circa 200.

Leonardo Libero





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