GEORGIA: in diretta da Gori

Pubblicato il 31-08-2009

di laura e giancarlo


L’impegno della Chiesa ortodossa e della Croce Rossa italiana si affiancano a quello di Caritas Georgia a favore degli abitanti di Gori e dei profughi.

di Witold Szulczynski

 

Intestazione Caritas Georgia

Tbilisi, 19 agosto 2008

Carissimi Amici,

Buongiorno a tutti. Eccoci con il nostro aggiornamento per il 19 agosto 2008
. Come tutti i giorni, anche ieri mattina ci siamo riuniti nel nostro ufficio, per discutere delle varie questioni circa l’acquisto e la distribuzione degli aiuti umanitari. In questi giorni stiamo acquistando materassi, asciugamani, fodere, lenzuola, bacinelle, farmaci, pannolini per bambini ed altro materiale da distribuire ai profughi. E ancora una volta il nostro più sincero ringraziamento a Voi per tanta generosità.

Ieri, insieme al nostro Nunzio, S.E.R. Mons. Claudio Gugerotti e un giornalista italiano, siamo andati a Gori, da dove ci giungono le notizie contradditorie. Prima della nostra partenza, il Nunzio per sicurezza ha chiamato l’Ambasciatore russo in Georgia, che a sua volta ha contattato il generale russo di Gori per farci entrare in città. In questi giorni è molto difficile entrare a Gori senza un permesso speciale, che non viene rilasciato neanche ai giornalisti.

Nel passato, più di una volta ho percorso questa strada principale della Georgia, ma il paesaggio visto ieri mai è stato così desolante. Le strade deserte, con i carri blindati distrutti, boschi bruciati, villaggi abbandonati. Si percorrono chilometri senza incontrare una macchina, senza vedere gente. segni di una guerra cruenta.

Prima di entrare in città, i militari russi ci hanno fermato più di una volta, controllando il bagagliaio e la merce caricata. Una volta entrati in città, colpisce qualche palazzo condominiale bruciato, distrutto e vuoto. Diversi edifici senza vetri. Le vetrine dei negozi frantumate e poca gente in giro, soprattutto anziani. Sicuramente dopo che la situazione si stabilizzerà un po’, ci sarà tanto lavoro da fare; ristrutturare edifici, palazzi condominiali affinché la gente possa di nuovo abitarci. Dopo aver fatto un giro in città, siamo andati al Municipio e abbiamo parlato con il Vice Primo Ministro il sig. Davit Tkeshelashvili. Il sig. Davit ha detto che l’ospedale di Gori funziona, è ben attrezzato, hanno ricevuto gli aiuti dalla Polonia e che l’unica cosa di cui la gente di Gori ha veramente bisogno sono i viveri.
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Il Municipio cerca di aiutare le persone rimaste in città, offrire pasti ma l’aiuto non basta per tutti. In città non c’è la polizia. Il Vice Primo Ministro si è rivolto alle varie Ambasciate, alla Comunità Internazionale per fare pressione sulla Russia ed aprire il corridoio umanitario. Inoltre ha ringraziato il Santo Padre per i due discorsi. Alla mia domanda su quante persone erano rimaste a Gori, ha risposto: “c’erano 6.000/7.000 persone, ma cominciano a ritornare ed attualmente ci sono 15.000 abitanti. Tra questi 5.000/6.000 persone hanno più bisogno”. Alla domanda del Nunzio su quante sono le vittime della città di Gori ha risposto: “60 persone”.

Dopo aver girato la città, ci siamo accorti che c’era la corrente elettrica, l’acqua, ma mancava il gas. Questo è un grande problema per l’unico panificio che fa fatica a produrre il pane.

Dopo siamo andati a parlare con il Vescovo ortodosso. Il Vescovo ci ha detto che intorno a Tskhinvali ci sono ancora tanti cadaveri non sepolti. A Gori arrivano le persone dai villaggi vicini e chiedono aiuto. Il Vescovo ha voluto sottolineare il grande ruolo della Chiesa Ortodossa e del Patriarca di tutta la Georgia, Sua Santità e Beatitudine Ilia II, che oggi è la grande autorità morale e spirituale in tutto il Paese. La gente è spaventata, il governo locale cerca di fare qualcosa ma è impossibile, perché la città è bloccata. Offrono cibo alle persone, ma c’è sempre qualcuno che non riceve nulla. Ogni giorno dal Patriarcato arrivano i pullman pieni di farina, pane, pasta, zucchero e così via. Nonostante il blocco imposto, i militari russi fanno passare questi aiuti, perché li portano i monaci ortodossi. In città a volte si sentono degli spari, ma è difficile dire chi spara e per quale motivo. Come ci ha detto il Vescovo, durante la guerra, tutti i monaci sono rimasti in città e adesso cercano di organizzare la distribuzione di aiuti.
Sentendo il Vescovo, Il Vice Primo Ministro e i bisogni che ci sono a Gori, abbiamo deciso di comprare farina, patate ed altri generi alimentari che porteremo in questi giorni.

Ritornando a Tbilisi, pieno di impressioni, mi ritornavano in mente le parole pronunciate da un anziano georgiano, che tra i carri armati distrutti e la città semi desolata, mi hanno colpito tanto e mi sono rimaste nel cuore: “È vero che sono entrati in città, è vero che ci hanno messo in ginocchio, ma chi è forte spiritualmente rimarrà sempre libero e noi siamo liberi”.
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Dall’ultima postazione dei militari russi, fino alla città di Tbilisi ci separano soltanto cinquanta chilometri. Forse il pericolo esiste ancora. Ma noi vogliamo ringraziarVi con tutto il cuore per i Vostri generosi contributi, che ci permettono di portare un po’ di sollievo e conforto alle persone disperate. Grazie infinite!
Con preghiere
Padre Witold

Tbilisi, 20 agosto 2008

Carissimi Amici,

Con questa lettera vogliamo aggiornarVi sulle ultime novità
. In questi giorni, qui nel nostro ufficio e nei nostri Panifici di Tbilisi e di Kutaisi si lavora dalla mattina fino alla sera tardi. Quasi tutti i nostri collaboratori sono ritornati in città e hanno ripreso a lavorare.

Ci teniamo a ringraziarVi ancora volta per i Vostri esemplari gesti di carità, per la solidarietà concreta, per le preghiere e per le parole di sostegno che ci danno un grande stimolo.

Molte volte la Provvidenza ci fa le sorprese. In questi giorni, da una Parrocchia italiana ci avevano assicurato 2.000 euro per l’emergenza in Georgia e oggi invece ci arriva la notizia che hanno raccolto 5.000 euro! Questi casi concreti testimoniano che il Signore è con noi e non lascia mai in difficoltà i propri figli.

Come sapete già dalle nostre lettere precedenti, continuiamo ad aiutare i profughi sistemati nel quartiere di Gldani, Mukhiani ed Isani. Oltre all’assistenza alimentare, nel campo di Gldani e Mukhiani prestiamo anche assistenza medica, lo stesso vale anche per il campo di Isani, dove collaboriamo con l’Ordine di Malta. Nel giro di questi quattro-cinque giorni, le nostre infermiere e i medici, affiancati dalla psichiatra, hanno fatto visita ai diversi campi profughi per vedere le loro necessità. La nostra idea iniziale di distribuire a ogni famiglia profuga un pacco con medicinali indispensabili non è stata utile, perché le persone malate hanno bisogno di un farmaco concreto (ad es. il diabetico ha bisogno di insulina ecc.). Dopo aver individuato i bisogni concreti dei vari campi profughi visitati, abbiamo fornito i farmaci necessari. La nostra psichiatra sta collaborando anche con il gruppo del progetto GIP. Anche i loro psicologi visitano gli sfollati. Alcuni bambini profughi, a causa dello choc subito non riescono a parlare.

Per domani stiamo preparando sedici tonnellate di viveri (farina, pasta, patate, carne in scatola) che porteremo a Gori. Oggi pomeriggio atterrerà a Tbilisi l’aereo proveniente dalla Polonia, dove sono caricati un po’ di viveri anche per la nostra Caritas. Oltre la necessità di cibo, farmaci, pannoloni, materassi, vestiario ed altri beni di prima necessità, c’è bisogno anche di rimedi contro i pidocchi. Per la mancanza di pannolini e dell’acqua calda, un bambino di due settimane ha la cute tutta bruciata. Questi profughi, anche se delle loro case è rimasta solo una piccola stanza, ritorneranno con gioia alle proprie abitazioni, perché le condizioni in cui vivono ora sono davvero pietose.

Ieri sera, presso la Residenza dell’Ambasciatore italiano in Georgia, S.E. Vittorio Sandalli, abbiamo avuto l’incontro con una ventina di collaboratori di Croce Rossa Italiana. All’incontro erano presenti il nostro Nunzio Apostolico, S.E.R. Mons. Claudio Gugerotti, Mons. Giuseppe Pasotto, Amministratore Apostolico del Caucaso per i Latini e Presidente di Caritas Georgia e i collaboratori dell’Ambasciata Italiana. L’Ambasciatore italiano ha ringraziato tutto il personale dell’Ambasciata per l’ottimo lavoro svolto circa il ritorno in Italia dei cittadini italiani residenti in Georgia e ha ringraziato i rappresentanti della Croce Rossa Italiana. Siamo contenti di collaborare con la Croce Rossa Italiana, che da sabato o domenica, aprirà la Mensa Umanitaria, che servirà all’ora 1.000 pasti. Ci ha fatto molto piacere sentire dall’Ambasciatore le parole di ringraziamento rivolte al nostro Fondo di beneficenza e a tutti i nostri benefattori. Grazie agli aiuti umanitari che riceviamo da Voi, la nostra Caritas è stata una delle prime Organizzazioni che ha risposto con prontezza alle necessità dei profughi.

Tutte le nazioni del mondo hanno i propri difetti e pregi. Uno degli importanti pregi del popolo italiano è la generosità, che noi vediamo ogni giorno. Vi ringraziamo ancora per la Vostra sincera amicizia di cui ci fate dono.
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Con stima
Padre Witold
 
Il Sermig sta raccogliendo aiuti per la Georgia, causale “CARITAS GEORGIA - EMERGENZA GUERRA”:

- ccp n°29509106 intestato “Sermig”
- c/c bancario intestato “Cooperativa Internazionale per lo Sviluppo”,
  IBAN: IT73 T033 5901 6001 0000 0001 481
Vedi tutte le foto sulle attività della Caritas Georgia:
flickr.com (1)
flickr.com (2)

Vedi anche:
GEORGIA: l’ora della solidarietà
GEORGIA: attivata Mensa umanitaria
GEORGIA: 40.000 profughi
 

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