GERMANIA 2006: Campioni in classe economica

Pubblicato il 31-08-2009

di Carlo Nesti


Equilibrio, temperamento e collettivo: le risorse che hanno portato gli azzurri a vincere il Mondiale. Il commento di Carlo Nesti, appena rientrato da Germania 2006.

di Carlo Nesti

Ha ragione Platini: non sono stati i Mondiali dello spettacolo, dell'estetica e dei superassi, bensì quelli dell'equilibrio, del temperamento e del collettivo, le risorse azzurre.

Non ha ragione Platini: pensava di fare dell'Italia un sol boccone, rimandando il nostro successo alla terza età di Lippi, e invece ha litigato con il pronostico, masticando amaro.

Equilibrio, temperamento e collettivo significano Buffon, Cannavaro, Materazzi, Zambrotta, Grosso e Gattuso, più ancora che Totti, Del Piero, Toni e Gilardino: facce operaie.

Abbiamo chiuso il torneo con 2 gol al passivo, un’autorete e un rigore, e su questa saldezza difensiva abbiamo costruito il trionfo, viaggiando silenziosi in classe economica.

Siamo stati capaci di rinnegare il 4-3-1-2, consapevoli che Totti non era in condizione, e, in nome dell'elasticità, abbiamo sfruttato al massimo il tabellone: dal 4-2-3-1 al 4-3-3 a gara in corso.

I favoriti brasiliani hanno scelto la strada dei “4 tenori”, e della vecchia guardia intoccabile, mentre noi abbiamo badato ad evitare le stecche, mandando in campo tutti quelli che potevamo.

Questo è il calcio moderno, dove primeggia chi sbaglia poco, pur senza incantare, perché chiunque, con la circolazione globale di immagini e idee, è in grado di trovare contromisure.

Non puoi sfogare la presunzione, non puoi sentirti appagato, non puoi mollare per nulla al mondo, mai, ed è anche per questo, ora, che il mondo ci sorride, festanti dentro la nostra praticità.

di Carlo Nesti
GERMANIA 2006

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