Gesti di pace

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


“Chi vuole la pace deve fare gesti di pace”. Sono le parole con cui Ernesto Olivero fondatore del Sermig, di ritorno dalla Giordania dove si è recato per avviare il progetto di aiuti umanitari per i profughi iracheni “un ponte aereo per l’Iraq”, ha voluto richiamare l’attenzione dei partecipanti della preghiera del martedì all’Arsenale della Pace di Torino.


...Claudio Maria Picco


Nei prossimi giorni un numero simbolico di settantasette giovani della pace di diverse nazionalità
prenderà parte a un digiuno non-stop alternandosi ogni giorno nella Tenda della Pace.
Venerdì il primo avvio pubblico dell'iniziativa a Torino in piazza Castello dove è prevista anche la presenza del Cardinale Poletto. Il digiuno per la pace è un gesto che coinvolge e impegna chi lo compie, associando la fatica della rinuncia al cibo alla fatica di costruire la pace.

E' anche un modo significativo per alzare la qualità della protesta contro la guerra in Iraq e contro tutte le guerre, le violenze, il terrorismo. Negli ultimi giorni le manifestazioni pacifiste hanno registrato la presenza di disordini, di frange di persone che cercano lo scontro con altri gruppi di dimostranti o con le forze dell'ordine. Tutto questo non ha niente ha che vedere con la pace!

I Giovani della Pace, propongono durante il digiuno di donare l'equivalente di una giornata di lavoro all'acquisto di cibo, acqua, medicine per la popolazione irachena che vive la tragedia della guerra: "La pace ha bisogno del nostro coinvolgimento, comincia da noi se siamo disposti a lottare, ad impegnarci, a fare sacrifici per ottenerla. La causa della pace non cammina con gli egoismi di sempre; ha bisogno delle nostre preghiere, del nostro tempo, della nostra intelligenza e creatività, delle nostre risorse, ha bisogno di giustizia e di perdono.
Chi di noi ha di più può condividere con chi ha meno. Dando cibo agli affamati, acqua agli assetati, cure agli ammalati, istruzione, libertà, diritti umani… si toglie terreno malsano alla guerra, al terrorismo, ad ogni violenza e si prepara una pace duratura".

Il Santo Padre continua incessante, in ogni occasione a sostenere le ragioni della pace.
Il rischio che lo scontro iracheno sfoci in un conflitto fra religioni, per ora latente, non è da trascurare.
Il presidente Saddam Hussein ha invitato apertamente i musulmani alla guerra santa. E' di oggi la notizia dell'arresto in Lombardia di alcuni esponenti di una rete di reclutatori di combattenti da inviare sul fronte iracheno. Il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, in visita ieri a Torino e all'Arsenale della Pace, riferisce che la ferma posizione del Papa a favore della pace è stata accolta nel mondo arabo con favore, anche se è difficile in Medio Oriente distinguere l'occidente dai cristiani.

Questa mattina il Pontefice ha rincuorato i partecipanti all'udienza generale del mercoledì
invitandoli a scoprire i segni della presenza di Dio nella storia: "Scoprire, con gli occhi della fede, questa presenza divina nello spazio e nel tempo, ma anche in noi stessi, è sorgente di speranza e di fiducia, anche quando il nostro cuore è turbato e scosso 'come si agitano i rami del bosco per il vento' (Is 7,2). Il Signore, infatti, entra in scena per reggere e giudicare 'il mondo con giustizia e con verità tutte le genti' (Sal 95,13)".


Claudio Maria Picco
Torino, 3 aprile 2003




 

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