Giornata della Memoria 2005

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Oggi, a 60 anni dalla tragedia dell’Olocausto, si celebra la Giornata della Memoria. Moltissime le manifestazioni ufficiali. In centinaia di istituti scolastici verrà osservato, un minuto di silenzio, e tra gli studenti c’è anche chi andrà a visitare il Lager di Auschwitz...

... a cura della redazione

Sono attese, ovunque sarà possibile, le testimonianze di chi ai lager è sopravvissuto. E da Auschwitz era tornata Elisa Springer, che abbiamo avuto il grande dono di conoscere ed amare.
Elisa è recentemente scomparsa, ma oggi vogliamo ancora una volta ricordarla con le parole di Filippo Zollino, suo stretto collaboratore ed amico.

“Dire che Elisa era una donna straordinaria è dire poco: non solo per la sua vita vissuta, ma per il suo modo di affrontarla. Anche se ha trascorso gli ultimi otto anni della sua vita in giro per l’Italia a raccontare la sua storia, narrata in due libri usciti a cinquant’anni dalla fine della guerra, lei continuava comunque a vivere ad Auschwitz. Diceva sempre: “Auschwitz non si può dimenticare, ce l’hai sempre nel cuore e nella mente e soprattutto negli occhi”.

Questi ultimi otto anni per lei sono stati molto intensi, specie gli ultimi quattro, da quando è venuto a mancare suo figlio Silvio, medico, che l’aveva incoraggiata a parlare della sua tragedia, a liberarsi dopo mezzo secolo di mutismo dal peso tremendo dei ricordi. Io ho avuto l’onore di conoscerla profondamente, ho avuto anche la possibilità di conoscere piccoli segreti, ricordi che mi porto dentro, che mi legano ancora di più ad Elisa, che consideravo la mia seconda madre, lei spesso diceva: “ho perso un figlio, ma ne ho ritrovato un altro”...

Lo scorso agosto, quando ormai non riusciva più a stare in piedi, ha voluto presentare il suo ultimo libro a Chianciano; era lì in ferie da un mese e mezzo, non ha mai voluto rinunciare alle cose belle della vita, fino all’ultimo, se pur nella sofferenza. Venti giorni prima di morire, l’ultimo incontro pubblico. Nei giorni successivi ha ricevuto telefonate di persone che volevano andare a trovarla a casa, giovani che stavano preparando delle tesine ecc. ma ha rifiutato, perché non voleva che persone estranee la vedessero nello stato in cui era ridotta. Anche questo faceva parte della sua vita: andarsene in punta di piedi senza che gli altri la compatissero.

Ha voluto lasciare questo mondo in silenzio, ma la grandezza di Elisa era tale che la notizia della sua morte si é diffusa molto rapidamente, quasi tutti i giornali ne hanno parlato, addirittura già dalla sera stessa. Abbiamo ricevuto telefonate e messaggi di cordoglio da ogni parte del mondo: particolarmente toccante è stato quello del Presidente della Repubblica austriaca, il quale, quando era primo ministro, aveva festeggiato gli 80 anni di Elisa in Parlamento a Vienna. Credo sia stato per lei l’unico momento in cui si è sentita veramente viennese. Devo comunque dire che lei in Italia ha avuto grandi riconoscimenti, grande stima dalle persone umili, dalle persone che sanno donarsi.

Prima di conoscere Elisa ho conosciuto il figlio, era la fine del ‘95, il primo libro di Elisa non era stato ancora pubblicato. In quel periodo Elisa e Silvio avevano tenuto una conferenza in una scuola di Maglie, in provincia di Lecce, credo sia stato il primo incontro pubblico di Elisa prima che diventasse nota con il suo primo libro. Io mi trovavo in Puglia e nel vedere il Tg3 regionale diedero la notizia di questo incontro tenuto ai ragazzi: una breve storia sulla sua vicenda di deportata, di sopravvissuta ai campi di sterminio.

Venni a conoscenza che viveva a Manduria e allora mi misi subito in contatto e rintracciai suo figlio, con il quale diciamo è stata amicizia a prima vista: insieme abbiamo portato avanti tutta una serie di iniziative. A fine ‘97 organizzai a Matera una tre giorni sull’olocausto presentando tre libri tra cui quello di Elisa, e in quell’occasione conoscemmo Helga Schneider, figlia di un’aguzzina dei campi di sterminio; anche in quell’occasione si notò la grandezza di Elisa: pur sapendo che probabilmente la mamma di Helga poteva essere una delle aguzzine di Auschwitz, l’ha accolta come una figlia, le ha voluto bene da subito. Insieme hanno fatto tutta una serie di incontri, si sono sentite spesso, si sono viste di frequente in giro per l’Italia. Le mie umili parole vogliono semplicemente rendere omaggio ad Elisa, che ha perdonato i suoi aguzzini dal primo momento.

Oltre alla testimonianza di Filippo Zollino, abbiamo scelto tre frasi di altrettanti esponenti, “per non dimenticare”.

“È sempre una cosa facile trascinare la gente con sé, che ci si trovi in una democrazia o in una dittatura fascista o in parlamento o in una dittatura comunista. La gente può sempre essere condotta dai suoi leader. È facile. Tutto quello che dovete fare é dirgli che stanno per essere attaccati e denunciare i pacifisti per la loro mancanza di patriottismo che espone il Paese al pericolo. Funziona in ogni Paese”.
Hermann Goering, 1945, Norimberga

“Il comportamento della Gestapo danneggia gravemente larghissimi strati della popolazione tedesca... In nome del popolo germanico onesto, in nome della maestà della giustizia, nell’interesse della pace... io alzo la mia voce nella qualità di uomo tedesco, di cittadino onorato, di ministro della religione cattolica, di vescovo cattolico, io grido: esigiamo giustizia!”.
Clemens August conte von Galen, vescovo di Munster, 1941

”Ci faccia il nostro errore comprendere che noi dobbiamo espiare a lungo e duramente; che a noi non occorre né felicità, né focolare, né pace, poiché per causa nostra il nostro prossimo ha perduto la sua felicità, il suo focolare, la sua pace...”.
Ernst Wiechert, scrittore prussiano, internato a Dachau, 1945

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