Giornata della Memoria 2006 / 1

Pubblicato il 31-08-2009

di sandro


Perché celebrare ancora la Giornata della Memoria? Perché parli al futuro.

di Ernesto Olivero

 Tutte le vittime delle guerre, delle violenze, delle ideologie, delle ingiustizie, tutte, sono da ricordare.
Le monache e i monaci della Fraternità della Speranza portano una croce e un anello che richiamano alla memoria la sofferenza dell’umanità di ogni tempo. Si ispirano ad antiche croci del III secolo ritrovate in una miniera di rame in Giordania. Cristiani, uomini e donne resi schiavi a motivo della loro fede, le portavano al collo dopo averle forgiate con le loro mani. Quelle croci ci ricordano il destino di tante donne e uomini innocenti, colpiti dalla crudeltà di aguzzini e persecutori che li hanno resi schiavi, li hanno deportati, torturati, internati, massacrati in campi di concentramento, in campi di sterminio, nelle foibe, nei gulag, in ogni epoca, in ogni parte del mondo.

Vorrei che in questo giorno della Memoria dell’Olocausto un organismo autorevole di rilevanza internazionale proponesse a tutte le nazioni del mondo di sottoscrivere un documento per chiedere perdono, un documento di riconciliazione. Mai come oggi nessuno è senza peccato, mai come oggi nessuno può scagliare la prima pietra contro chiunque altro, ritenendosi al riparo dall’aver commesso qualsivoglia ingiustizia. È necessario trovare la spinta e gli strumenti per chiederci reciprocamente perdono e incamminarci così sulla strada della pace. È necessario percorrere insieme la strada della riconciliazione, senza pretenderla solo dagli altri, senza che qualcuno se ne tiri impunemente fuori.

La memoria della shoah appartiene a tutti, è la memoria che cerca la pace, una pace che rifiuta di considerare gli altri come nemici, che abbandona la strada dell’odio, che non vuole cancellare un’altra nazione, un’altra religione, un’altra etnia, un altro popolo. Una pace desiderata perché simili eventi non possano più accadere.

Ernesto Olivero

 

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