Guareschi - Due Santi da mezza stagione - 2

Pubblicato il 31-08-2009

di Gianni Giletti

 

Pubblichiamo questo racconto di Giovannino Guareschi grazie alla squisita cortesia e disponibilità dei suoi figli Alberto e Carlotta Guareschi, che ci hanno dato l’autorizzazione a pubblicarlo sul nostro sito. A loro e alla signora Silvia Bellingeri di RCS vanno i nostri sinceri e calorosi ringraziamenti.

La Redazione

guareschi5.jpgDon Candido era un pretino giovane e magro. Forse più giovane che magro. Forse più magro che giovane. Era anche timidissimo e, appena sbucò nella piazzetta e si trovò davanti al consesso di gente agitata e vociante, gli venne l'ispirazione di tornare indietro.
Ma ormai era stato avvistato e subito gli furono tutti attorno.
"Chi vi manda ? " gli domandò Cimossa squadrandolo con diffidenza.
"Nessuno" rispose don Candido. Sono di passaggio. Vado a trovare mio cugino a Torricella".
Qualcuno borbottò un nome e ci fu immediatamente un gran sussurro.
"Sbaglio, o siete il figlio del povero Perini?" domandò una donna al pretino.
"Sì. I miei sono morti tutti e a Torricella non ho più che mio cugino Dante Malasca".
"Capitate male, reverendo: l'hanno portato ieri mattina al cimitero".
Il pretino si asciugò il sudore:
"Allora è inutile che io continui. Vado a salutare don Giuseppe e poi torno".
"Potete tornare subito" borbottò Cimossa. "Don Giuseppe è morto da sei mesi".
Il pretino si segnò.
"Pace all'anima sua. Povero don Giuseppe. Mi ha aiutato tanto anche lui".
"Aveva passato gli ottantacinque ed era la sua ora" esclamò una vecchia. "Peccato che i suoi ultimi giorni siano stati così disgraziati". Raccontarono a don Candido la storia del beneficio inghiottito dal fiume, la storia della canonica bruciata.


Il prete sorrise tristemente:"In fondo è andata meglio che a me".
"Non credo " affermò Cimossa "È difficile che in una parrocchia possa succedere di peggio".
"Purtroppo è possibile" replicò il prete. "Io ero da due anni in montagna. Mi avevano dato la
parrocchia di Rugino, un paesino sul fianco del Monte Doletta. Miseria nera ma aria buona e un paesaggio bellissimo. Due mesi fa, nella strada principale del paese si apre una crepa. Il giorno dopo la crepa si allarga e ne saltano fuori delle altre più a monte".
"Sgombriamo tutti, con bestie e roba. Ci accampiamo in vista del paese e stiamo lì a guardare il fianco della montagna che smotta lentamente. Dopo tre giorni vien giù un'acqua terribile".
Il prete s'interruppe e sospirò allargando le braccia.
"Tutto a valle: case, orti, canonica, chiesa. Ho aiutato quei poveretti fin che ho potuto: adesso che sono sistemati un po' da tutte le parti son venuto via. Aspetto che venga libera un'altra parrocchia".
Cimossa tentennò il capo pensoso:"In altre parole : siete disoccupato".
"Se si può dire che un sacerdote è disoccupato, ebbene, lo dico" rispose don Candido sorridendo.
"Voi siete disoccupato e noi abbiamo bisogno di un parroco" esclamò Cimossa. "Fermatevi qui e tutto è sistemato".
"Magari ! Ma io posso venir qui se mi ci manda il Vescovo".
"Il Vescovo non manderà né voi né nessun altro" replicò una donna. "Ha le sue buone ragioni, certamente. Però, anche noi abbiamo le nostre e chi ci va di mezzo? Gli innocenti".
Raccontarono al prete la storia del bambino che non poteva essere battezzato e glielo mostrarono.
"Avete proprio deciso di non farlo battezzare" domandò timidamente il pretino con una sottile
angoscia nell'animo dopo aver constatato che il bambino era tanto pallido e striminzito da dar l'idea di un morticino.
"O lo battezzano qui o niente" ! rispose il padre del bambino con rabbia.
"Sta bene" affermò don Candido. "Se le cose stanno così, allora debbo battezzarlo io".

E il battesimo riuscì il più solenne della storia di Pioppina perché vi partecipò tutto il paese.
Prima di uscire, ognuno volle leggere sul libro del battesimo la nuovissima annotazione che significava: "La parrocchia della Pioppina è ancora viva. La libertà non è morta" !
Non vollero che don Candido si rimettesse in viaggio. Gli diedero da mangiare e gli misero a disposizione una stanza: sarebbe ripartito l'indomani. E, quando don Candido se ne andò a letto, tutti gli uomini della Pioppina si riunirono all'osteria del Moro, in seduta straordinaria, e Cimossa lanciò la proposta:"E giovane, non ha pretese, è disoccupato, sa fare il suo mestiere: ci mettiamo d'accordo e, quando ci serve, lo prendiamo a nolo a spese nostre".
"E nei giorni in cui non ci serve, cosa fa per guadagnarsi da vivere ? Il rappresentante di lucido per scarpe ? " obiettò uno del consesso.
Cimossa che, essendo un fedelissimo gregario di Peppone, cercava di imitare Peppone anche nel modo di pensare esclamò: "I difetti principali dei preti sono due: primo, quello di essere preti e quindi di non servire a niente. Secondo, quello di aver bisogno di mangiare anche quando servono a qualcosa. Io, ad ogni modo, direi di parlargli, domattina".
L'indomani gli parlarono:"Reverendo, noi saremmo disposti a offrirvi vitto, alloggio e pulitura della biancheria la domenica e nelle feste di precetto più, si capisce, i servizi occasionali di battesimi, matrimoni, funerali…".
"Mi piacerebbe" rispose don Candido. "La disgrazia è che io... io, insomma non saprei cosa fare negli altri giorni".
Non disse che la disgrazia consisteva nel fatto che egli mangiava anche gli altri giorni. E la gente apprezzò questa sua delicatezza.
 guareschiban2.jpg


Qui, però, Cimossa si ricordò improvvisamente di essere il capo dei rossi
e, quindi, il più irriducibile nemico dei preti e osservò con voce ironica: "Certo che se, invece di essere un prete, foste un uomo come noi, vi risponderei che, negli altri giorni, quando non avete niente da fare in chiesa, potreste lavorare".
Don Candido lo guardò: "Il problema, per un sacerdote, non è quello di lavorare, ma di trovare un lavoro che non pregiudichi la dignità della sua missione e del suo abito".
"Tutti i mestieri onesti sono onorifici !" gridò Cimossa.
"Non è questione di onestà " ribatté calmo il pretino. "Il mestiere del gelataio ambulante è un mestiere onesto, ma io non potrei farlo. Prima di tutto perché non so fare i gelati, secondariamente perché un prete che vada in giro pedalando su un triciclo da gelataio indurrebbe la gente al riso e ciò danneggerebbe il sacerdote e la Chiesa. Neppure potrei fare l'arrotino o il garzone da muratore. Sono figlio di contadini di queste parti e so come si lavora la terra. Datemi un po' di terra e lavorerò".
"Il beneficio se l'è mangiato il fiume !" esclamò Cimossa. "E qui non ci sono proprietari terrieri ma soltanto affittuari e mezzadri. Nessuno può regalarvi terra".
"E chi parla di regalare terra? " disse don Candido. "Gli affittuari non danno forse qualche biolca di terra da lavorare a mezzo quando si tratta di coltivare roba, come il pomodoro, che richiede molta mano d'opera ? "
"Certo" rispose Cimossa.
"Ebbene, procuratemi un po' di terra da lavorare a mezzo".
Cimossa lo guardò: "E voi credete di farcela, poi ? "
"Mio padre era più magro di me e chi l'ha visto lavorare sa che rendeva come due uomini".
Un vecchio coi baffi bianchi intervenne:
"La razza è buona. La terra la do io. Però non ho il posto per dormire".
"Una camera gliela darei io" esclamò Cimossa. "Ma come si fa ad alloggiare un prete in un'osteria ?"
"Per il dormire ci penso io" affermò don Candido. "So dove trovare il posto".

La mattina seguente, il primo che arrivò nella piazzetta trovò la novità: un giovanotto in tuta da meccanico stava lavorando tra le macerie della ex canonica: ed era don Candido.
Un'ora dopo tutti i ragazzini della Pioppina lavoravano tra le macerie della ex canonica.
Poi, verso sera, vennero a dare una mano anche gli uomini che erano tornati dai campi.
"A me basta sgomberare lo spazio per tirar su una stanza" spiegò don Candido. "Le fondamenta sono solidissime e i muri per due metri da terra sono intatti. Mattoni ce n'è fin che si vuole. E anche tegole. Le tegole hanno il vantaggio sulle marsigliesi che fin che ce n'è una fetta grande quattro dita, sono buone per far tetto. La sabbia e la ghiaia stanno lì a due passi, nel fiume. Per il resto c'è la bicicletta".
La bicicletta di don Candido era nuova e fu facile trovare un amatore: e coi soldi saltarono fuori la calce e un po' di tavole per combinare una porta e le imposte d'una finestra.
Finito il lavoro di sgombero, don Candido incominciò a fare muro. Il legname del tetto fu racimolato facilmente, eccezion fatta per il trave maestro che doveva servire anche da colmareccio. C'erano due buoni pezzi di trave, ma come appiccicarli? Don Candido risolse facilmente la cosa creando in mezzo alla stanza un grosso pilastro cavo che serviva pure da cappa per la stufa da costruirsi in mattoni e terra, alla campagnola.
Visto da sotto, il tetto faceva schifo, però non lasciava passare una goccia d'acqua.
"Ed ecco la canonica" disse soddisfatto don Candido quando la baracca fu finita.
Era arrivata la stagione giusta per cominciare a lavorare il pezzo di terra da coltivare a mezzo. Don Candido smise di fare il muratore e prese a fare il contadino.
"Se tutti i preti fossero agricoltori come voi" gli disse un giorno Cimossa che era andato di persona a rendersi conto di come funzionasse il contadino don Candido "il giorno della riscossa proletaria potremmo sistemare facilmente il clero e migliorare l'agricoltura".
Ciò voleva significare che, anche come agricoltore, don Candido sapeva il fatto suo. E Cimossa e compagni, non potendo entrare in chiesa per disciplina di partito, assistevano puntualmente alla Messa di ogni domenica standosene davanti alla porta spalancata.
"Ciò vuol significare non un ossequio al prete, ma un atto di solidarietà col lavoratore" spiegò Cimossa a Peppone.
"Va bene: però stai attento a distinguere bene dove finisce il lavoratore e dove incomincia il prete".
"Capo, lo so: il lavoratore finisce quando il prete smette di lavorare nei campi. Il prete invece incomincia sempre e non finisce mai".
"Bene, compagno. Cordiale diffidenza: questo è il motto".
Tutto comunque andò bene fino a quando alla gente della repubblica della Pioppina non venne l'idea di cambiare i Santi.

 

2 - continua

 
Puntate precedenti

Guareschi - Due Santi da mezza stagione - 1
 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok