Guareschi - Due Santi da mezza stagione - 3

Pubblicato il 31-08-2009

di Gianni Giletti



Pubblichiamo questo racconto di Giovannino Guareschi grazie alla squisita cortesia e disponibilità dei suoi figli Alberto e Carlotta Guareschi, che ci hanno dato l’autorizzazione a pubblicarlo sul nostro sito.
A loro e alla signora Silvia Bellingeri di RCS vanno i nostri sinceri e calorosi ringraziamenti.

La Redazione


guareschi7web.jpgIn verità l'idea nacque nel cervello del più interessato nella faccenda: l'oste Cimossa.

Le feste di Sant’Ippolito e di San Mauro, patroni della Pioppina, cadevano rispettivamente in pieno agosto e in pieno gennaio.
E così le due sagre annuali della repubblica risultavano le più disgraziate di tutta la zona. La sagra dei troppo caldo e la sagra del troppo freddo. E chi ci smenava di più era Cimossa: e ciò perché se per San Mauro non era possibile impiantare il festival a causa dei freddo, risultava inopportuno impiantarlo per Sant’Ippolito a causa del caldo che induceva la gente a evitare di avventurarsi lungo strade arroventate e polverose.
La Pioppina, perciò, non aveva mai una vera giornata di sagra con ballo, bancarelle e movimento di forestieri. E, mentre gli altri ne avevano solo danni morali, Cimossa, padrone dell'osteria del Moro, ne aveva anche notevoli danni materiali.
Così fu lui a darsi da fare per montare la gente. E ci riuscì tanto bene che un bel giorno, Cimossa e i principali esponenti del paese andarono in commissione da don Candido, e gli spiegarono cosa voleva la popolazione.
"Cambiare i Santi patroni?" balbettò don Candido. "E perché ? Vi hanno fatto qualcosa di male ?"
"Né male né bene. Noi non vogliamo più né Santi estivi né Santi invernali ma Santi da mezza stagione, che diano soddisfazione al popolo e gli permettano di godersi allegramente la sagra come se la godono gli altri".


Don Candido s'ingarbugliò: "In un caso come questo bisogna rivolgersi al Vescovo" riuscì a dire alla fine.
"Il Vescovo non c'entra" gli risposero. "Questa è una parrocchia libera e indipendente boicottata dall'autorità ecclesiastica ma voluta dal popolo. Il vostro Vescovo è il popolo e il popolo vuole cambiare i Santi".
"Cambiare i Santi ? E come si fa ? " gemette don Candido.
"Si tolgono i Santi vecchi e si mettono al loro posto i Santi nuovi".
"Quali Santi nuovi ?"
"San Venanzio e San Virgilio" esclamò Cimossa. "Sono già pronti e pagati dal primo all'ultimo centesimo. A Cimelio, di là dal Po, c'è una chiesa sinistrata che non sarà ricostruita perché anche il paese è stato rovinato dalla piena. I due Santi di Cimelio erano quindi disoccupati, come voi, reverendo. Li abbiamo comprati e gli daremo una occupazione qui. Sono i Santi che fanno per noi: Santi da mezza stagione. Metà di maggio: San Venanzio, fine settembre: San Virgilio.
Non vi resta che preparare la cerimonia solenne che avverrà il 26 settembre con grandi festeggiamenti che aiuteranno moltissimo il turismo. Si fa un corteo di barche infiorate che parte di qui, traversa il fiume, va a ritirare i Santi nuovi che aspettano sull'altra riva e li porta qui. Arrivati qui, voi fate ai Santi il discorso di benvenuto, gli presentate il paese. I Santi sbarcano e si forma la processione con musica che li porta fin davanti alla chiesa. I Santi nuovi aspettano fuori dalla porta. Voi entrate in chiesa seguito dai fedeli e fate il discorso di addio ai Santi vecchi. Avete servito con fedeltà ed onore, avete fatto tanto per noi... eccetera. Li liquidate, insomma, elegantemente e poi vengono avanti i Santi nuovi che prendono il posto dei vecchi. Quindi Messa solenne cantata, con un organista che facciamo arrivare dalla città".
La commissione approvò con entusiasmo. La grandiosità della festa li eccitava.
"Per via dei Santi state tranquillo" aggiunse Cimossa. "Sono meglio che nuovi perché li abbiamo fatti riverniciare da uno specialista. Inoltre sono una bella spanna più alti dei vecchi".
"Va bene" balbettò don Candido; "lasciatemi il tempo di pensare a come posso sistemare la cosa".

Don Camillo, appena vide il pretino, fece la faccia scura.
"Sono don Candido" spiegò timidamente il pretino. "Io sarei il parroco... il parroco interinale...".
"Il parroco interinale della sparrocchia della Pioppina" continuò don Camillo calcando la voce sulla "s" di sparrocchia. "Ho capito: e allora ?"
"Allora succede che la popolazione della Pioppina vuol cambiare i Santi" sussurrò sgomento don Candido.
"Ditegli, alla popolazione, che invece di cambiare i santi si cambi la testa. Comunque sono affari vostri".
"Lo so : ma ho bisogno che mi aiutiate".
"Io aiutare voi ?" urlò don Camillo. "Io aiutare un sacerdote che è uscito dalla retta via e cammina sul sentiero della perdizione ? Io aiutare un sacerdote ribelle ? Un prete irregolare ?"
Don Candido diventò pallido come un morto e gli occhi gli si riempirono di lacrime:
"Monsignore" balbettò "perché mi dite tante cose cattive? Cosa vi ho fatto di male?"
"Ma che monsignore d'Egitto !" urlò don Camillo. "Io non sono monsignore e non c'entro. Il male non lo fate a me, lo fate alla Chiesa, mettendovi contro il Vescovo".
"Io non mi sono messo contro nessuno, ve lo giuro" esclamò angosciato don Candido. "Io faccio il prete in una parrocchia dove il prete manca perché è morto".
"E i preti, secondo voi, chi li assegna alle parrocchie? Il Vescovo o il fiduciario della sezione comunista ?"
"La parrocchia di Pioppina non è più riconosciuta come parrocchia dall'autorità ecclesiastica".
"Appunto per questo ! Voi vi siete arbitrariamente proclamato parroco di una parrocchia soppressa. Avete quindi preso posizione contro le decisioni della autorità ecclesiastica. Comunque riceverete presto dal vescovado il pagherò".
"Non credevo di aver fatto male. Domattina lascerò la Pioppina e non mi farò più vivo".
"Dovreste farvi vivo, invece ! E andare dal Vescovo a spiegare le cose e a scusarvi del vostro atto incosciente.
"Non ne ho il coraggio".
Don Candido uscì a testa china e don Camillo rimase nell'andito della canonica a camminare in su e in giù.

"È giovane e scriteriato", decise tra sé alla fine. "Bisogna riportarlo sulla giusta strada".
Sul sagrato c'era il figlio del Filoni col motocarrozzino.
"Portami per piacere fino alla Pioppina" gli disse don Camillo.
Don Candido non era in "canonica": don Camillo, dopo aver bussato alla porta per tre o quattro volte, si ritrasse per guardare la facciata della strana baracca.
"Se l'è tirata su lui con le sue mani" spiegò una vecchia sopraggiungendo.
"Sapete dov'è adesso ? "
"È al podere dei Bissi".
Don Camillo risali sul carrozzino e si fece portare al podere dei Bissi. Qui gli indicarono una carrareccia: "In fondo a destra".
Don Camillo si incamminò e, arrivato in fondi alla carrareccia, sostò davanti a un grande campo di pomodori.
Un giovanotto che stava lavorando in mezzo al campo, visto don Camillo, si avvicinò.
"Cosa state facendo ?" si stupì don Camillo quando scoperse che il giovanotto era don Candido.
"Sto guadagnandomi la mia giornata".
Don Camillo guardò la camicia lacera, i calzoni rattoppati e le scarpe scalcagnate di don Candido.
"Non fate storie: c'è il motocarrozzino sull'aia. Vi accompagno dal Vescovo io".
Don Candido non fiatò e si incamminò. Arrivato all'aia, disse:
"In pochi minuti sono pronto : mi lavo la mani mi vesto. Dovrò mettere i guanti perché il pomodoro macchia spaventosamente le mani".
Don Camillo lo agguantò per il collo e lo ficcò entro il carrozzino."Venite così, se non siete un vigliacco". Don Camillo montò in sella: "Fatti prestare una bicicletta e torna a casa. La moto serve a me" spiegò al Filoni che lo guardava bocca aperta.

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"Eccellenza" spiegò don Camillo quando fu davanti al vecchio Vescovo "vorrei presentarvi un uomo impresentabile".
"Don Camillo, per caso, non hai preso un colpo di sole? "
"No, eccellenza".
"Allora scendiamo".
Scesero nel giardino del vescovado.
"Fai entrare di lì l'impresentabile" spiegò il vecchio Vescovo indicando a don Camillo una porticina che si apriva nell'alto muro di cinta.
Dopo due minuti don Camillo era di ritorno rimorchiandosi don Candido.
"Eccellenza, lo vedete questa specie di miserabile che io ho trovato un'ora fa in mezzo a un campo di pomodori ?"
Il vecchio Vescovo si accomodò gli occhiali sul naso e considerò attentamente don Candido che tremava di paura. E don Camillo agguantando l'infelice per una spalla gli fece fare dietrofront sì che il Vescovo potesse anche ammirarne la parte posteriore.
"Eccellenza, per quanto ci pensiate, voi non riuscirete mai a indovinare chi sia questo sciagurato".
Il vecchio Vescovo squadrò ancora attentamente l'infelice e poi disse: "È il parroco della Pioppina".
Don Camillo non si aspettava quella risposta e rimase perplesso.
"Eccellenza" balbettò alla fine "se avete qualcosa da dirgli io posso aspettare fuori".
"E perché ?" esclamò stizzito il vecchio Vescovo. "Quello che dovevo dirgli gliel'ho già detto. È il parroco della Pioppina".
Il vecchio Vescovo si alzò dalla panchina e si incamminò verso il palazzo.
"Eccellenza" esclamò don Camillo "i fedeli della parrocchia della Pioppina vogliono cambiare i Santi. Non vogliono più né Santi invernali né Santi estivi. Vogliono due Santi da mezza stagione".
Il Vescovo si fermò colpito dalla singolarità della notizia.
"Due Santi da mezza stagione? " domandò.
"Sì, eccellenza" spiegò don Camillo. "Li hanno trovati in una chiesa sinistrata d'oltre Po e li farebbero arrivare in barca con una grande cerimonia".
"In barca? "
"Sì, eccellenza, in barca. E lui dovrebbe fare i l discorso di benvenuto per i Santi nuovi e poi il discorso di commiato per i Santi vecchi. Così ha deciso la popolazione".
"E lui ci sta?" - domandò il Vescovo indicando col bastoncello don Candido.
"No, eccellenza".
"E cosa fa ?"
"Lascia la parrocchia e abbandona al loro destino le anime di quegli squinternati della Pioppina".
"Se toccate San Mauro e Sant'Ippolito sconsacro la chiesa" ! disse, agitando il bastoncello in aria, il vecchio Vescovo. "In quanto a San Virgilio e a San Venanzio... Ebbene, se li prendano. La Pioppina avrà quattro Santi protettori. Gente così balorda è meglio che ne abbia quattro di Santi protettori anziché due. Comunicalo al parroco della Pioppina".
"Sarà mio dovere, eccellenza" rispose don Camillo.
Il vecchio Vescovo si allontanò e don Camillo agguantando per una spalla don Candido che continuava a stare inginocchiato sul ghiaietto, lo tirò su e, uscito per la porticina, lo scaraventò dentro il carrozzino.

Alla Pioppina arrivarono i due Santi da mezza stagione. Arrivarono in barca e fu una cerimonia grossa. Ricevettero un caldo benvenuto e poi furono presentati al Santo invernale e al Santo estivo e si insediarono in chiesa al fianco di essi.
Presenziò anche don Camillo come semplice osservatore e, la mattina seguente, corse in vescovado a fare una precisa relazione.
Alla fine porse al vecchio Vescovo un cestino pieno di stupendi pomodori:
"Li manda a vostra eccellenza il giovane contadino che è stato qui tempo fa".
Il vecchio Vescovo prese il centellino e si avvio verso la porta. Allora il segretario si precipitò:"Dia a me, eccellenza".
"Vade retro" ! esclamò il vecchio Vescovo puntando il bastoncello contro il petto del segretario.
"Questa è roba mia e guai a chi la tocca".
Andò a chiudersi nel suo studiolo privato e, sedutosi al tavolo, rimase lì a rimirare la centellina di pomodori. E aveva sempre davanti agli occhi la figura del giovane contadino pallido e lacero, inginocchiato nel giardino.
Poi notò che i frutti turgidi, rossi e lucenti, parevano tanti cuori. E gli parve di vederli palpitare.
"Beato paese di Pioppina", sussurrò. "Avevi due Santi protettori, ora ne hai quattro. Più di quattro... Quasi cinque".

In quello stesso istante, un giovane contadino inginocchiato al margine di un campo del più remoto podere della Pioppina pregava:"Signore, fammi la grazia che io rimanga sempre povero sì che io possa sempre avere la consolazione del mio lavoro".
Poi si segnò e, rizzatosi, prese la vanga che stava appoggiata all'olmo capofilare e incominciò a vangare.
Sull'argine passò un angelo e si fermò a guardare don Candido che vangava...
Non mi fate scrivere stupidaggini, fratelli! Gli angeli non passano sugli argini.
Però, qualche volta, dovrebbero passarci.
Non è soltanto una mia idea ma è anche quella del vecchio Vescovo.

 

Giovannino Guareschi

 
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