“I miei genitori sono risorti grazie a Retrouvaille”

Pubblicato il 31-08-2009

di chiara


Ventinove anni di litigi e una separazione. Eppure... ritrovarsi non è impossibile.

di Chiara


I miei genitori, sposatisi giovanissimi hanno avuto 4 figli (io sono la maggiore).
Abbiamo respirato fin da piccoli un clima familiare molto teso, caratterizzato da conflitti continui. Mio papà, autoritario decideva in tutto le linee della famiglia, mentre mamma era più pacata e sensibile. Io ho sempre sofferto molto, perché, essendo la più grande, ero costantemente imbrigliata nelle loro discussioni che riguardavano tutto: dal lavoro, alla gestione domestica, le relazioni con figli e parenti, l’educazione.
Retrouvaille Tante volte, durante le loro innumerevoli litigate, mi rifugiavo sul balcone, all’aperto, guardavo il Monviso e pregavo Dio che ponesse fine a questo nostro dolore, al mio dolore. Tante volte papà alzava la voce, urlava, minacciava e io mi sentivo profondamente ferita, triste perché era sempre la stessa storia: loro litigavano e chi ne portava le conseguenze eravamo noi figli. Litigavano e urlavano davanti a noi… il mio cuore in quei momenti scoppiava di dolore, di rabbia, di tristezza, di sconforto… e mi sentivo impotente. Quante volte con le mie sorelle ci siamo abbracciate, quante volte abbiamo pianto insieme!

Ricordo che in tante occasioni papà parlava di separazione e, appena sentivo quella parola, mi tremavano le gambe e mi sentivo il mondo crollare addosso. Ero io che cercavo di aiutarli a mettere insieme i pezzi, cercavo di farli pensare, li invitavo a far pace e, a distanza di pochi o tanti giorni le cose “si sistemavano” per poi peggiorare a breve distanza.
Mi capitava, a volte, di guardare le foto del matrimonio dei miei genitori e mi stupivo nel vederli in quelle foto felici, gioiosi mentre nella vita reale erano due estranei che non erano più in grado di guardarsi negli occhi, di divertirsi, di scherzare, di amarsi!

La situazione, con il passare del tempo, era diventata insostenibile e, dopo 29 anni di sofferenze mamma ha deciso di andarsene via. Il momento della separazione è stato traumatico per tutti: ho vissuto sentimenti di paura, terrore pensando alle possibili reazioni di papà, smarrimento, amarezza nel vedere buttare all’aria una famiglia. Questi sentimenti erano fortissimi nonostante io fossi sposata da ormai 5 anni e vivessi quindi fuori da quella casa! Per me è stato dolorosissimo vedere i miei genitori separatamente, perché avevo paura di ferire uno e l’altro: quando ero con papà non parlavo di mamma e viceversa: mi sentivo divisa a metà, lacerata dal dolore, in balìa di una tristezza senza fine. crisi di coppia

La separazione ha segnato una svolta decisiva nella storia della nostra famiglia. Papà, nella solitudine più profonda, ha toccato l’abisso, ha vissuto un lungo periodo di tremenda depressione. Non voleva vedere nessuno, nemmeno noi figli, chiuso in casa, lacerato dal dolore, dalla rabbia, dai sensi di colpa. Mamma ha ritrovato se stessa in un’altra casa, vivendo un nuovo tempo, relazioni nuove, ha riacquistato fiducia e sicurezza in se stessa, tranquillità emotiva.

In questo periodo di separazione noi figli abbiamo cercato di stare vicino ad entrambi i miei genitori, con modalità e tempi diversi. Io ho prosciugato le miei energie per aiutare concretamente papà: lavavo e stiravo i suoi vestiti, cucinavo per lui, andavo di frequente a trovarlo per non farlo sentire solo.Volevo che fossero felici ma erano ben lontano dall’esserlo. C’è un canto che mi ha accompagnato e che spesso mi viene in mente ripensando alla nostra famiglia: Dio aprirà una via/dove sembra non ci sia/. Come opera non so/ ma una nuova via vedrò/. Dio mi guiderà/, mi terrà vicino a sé/, per ogni giorno /amore e forza Lui mi donerà/...una via aprirà!”.

E così è stato! Dio ha saputo aprire vie nuove di salvezza dentro questo “marciume”; ha atteso e appena ha scorto uno spiraglio ha aperto una via nuova, impensata.
Nel tempo in cui mamma e papà erano separati hanno fatto un cammino parallelo di “resurrezione”: mamma ha ritrovato se stessa, ha riletto la sua storia e ha sentito dentro che forse qualcosa stava cambiando...
Papà nella solitudine ha fatto i conti con i suoi limiti, ora era solo, disperato, senza forze… nell’abisso ha trovato la conversione. Ha incominciato di nuovo a pregare, ad andare a messa, si è guardato dentro ed ha ammesso pian piano le sue responsabilità. Si è reso conto che aveva perso tutto: la sua famiglia ora gli mancava tantissimo!

Le mie sorelle ed io seguivamo passo passo e con tanta sofferenza entrambi i nostri genitori, cercando di aiutarli a ritrovare la serenità. Un giorno io e mio marito ci siamo sentiti di riproporre loro il programma di Retrouvaille. Ne avevamo sentito parlare e abbiamo lanciato l’idea con la certezza che tanto papà non l’avrebbe mai fatto (cosa che era già successa un anno prima).
E così, tra lo stupore e la meraviglia di tutti noi, mamma e papà, insieme, sono partiti per Misano Adriatico il 4 aprile 2008.
Retrouvaille è stata la salvezza della nostra famiglia. Grazie al programma di Retrouvaille i miei genitori sono rinati a vita nuova. Entusiasti dell’esperienza hanno intrapreso un cammino di amore nuovo, dopo 30 anni di matrimonio. Hanno deciso di mettersi in gioco per salvare il bene più prezioso nelle loro mani: la loro relazione di coppia, il loro matrimonio.
Retrouvaille

Nessuno glielo aveva mai detto che il matrimonio non va avanti da solo, che una relazione, se vuoi che funzioni, la devi curare, devi metterci impegno, passione e dedizione. L’amore, lasciato a se stesso muore! Il cammino di Retrouvaille glielo ha fatto capire! Così era successo a loro: il lavoro, le fatiche, le incomprensioni, lo scarso dialogo, l’incapacità di gestire i conflitti li avevano trascinati in un abisso.
Ma “nulla è impossibile a Dio”. Io credo che i miracoli esistano, mi basta guardare i miei genitori per poter dire che Dio esiste! Là dove c’erano solo morte e disperazione, sono nati speranza e amore. “Dai diamanti non nasce nulla, dal letame escono i fiori” dice De Andrè in una canzone. E Dio ha saputo costruire sulle macerie una casa nuova, e che casa!!

Io mi sento rinata. Provo una gioia immensa nel vedere i miei genitori nuovamente insieme, ma insieme per amore, per scelta, non per convenzione o per facciata.
Ho visto mio papà rinato: ora, prima di prendere una decisione, si consiglia con mamma, la ascolta, sono riusciti a dedicarsi alcune serate in pizzeria loro due da soli, cosa che non era mai successa. Mio papà ha ritrovato la voglia di vivere, ci viene a trovare, cerca di aiutarmi, va a fare la spesa, tutte azioni che non rientravano nel suo vecchio vocabolario!
Io mi sento figlia! Ho finalmente perso il ruolo che mi era stato attribuito di “mediatrice” perché stanno imparando a gestirsi in proprio i conflitti e io mi sento libera, rinata!

Retrouvaille ha dato ai miei genitori degli strumenti concreti, un nuovo modo, reale ed operativo per riprendere in mano il loro matrimonio e renderlo degno di essere chiamato tale. Si può sempre ricominciare, si può sempre amare anche quando per 30 anni si è vissuto nel non-amore, nell’abisso, nell’oscurità, nel male e i miei genitori si sono dati un’occasione e ci stano provando!
Ho ripreso in mano il mio diario e desidero riportare alcune righe scritte il 14 luglio 2000, nel pieno della crisi dei miei genitori, delle litigate estreme, dell’abisso.

In cosa credo: “Credo nell’amore per sempre tra due persone se fondato nelle mani di Dio; credo nei figli, nei loro sogni, nelle loro speranze; credo nel futuro, nella società; credo che si possa fare del bene; credo nel dialogo, nel rispetto, nella fiducia; credo nella bellezza della vita; credo nella speranza, nella pace, nella gioia, credo nell’innamoramento; credo in Dio, nel valore della famiglia, nei rapporti umani; credo nell’amicizia vera; credo che i soldi non rendano felici; credo nelle meraviglie della natura; credo nella fedeltà; credo che siamo stati creati per render felici gli altri”.

La nostra storia familiare, triste e dolorosa mi ha segnato nel profondo, lasciando cicatrici evidenti che sento tutt’ora, ma la sofferenza, il male che abbiamo toccato non mi hanno impedito di sognare in grande, di sperare per tutti noi una vita diversa. Quando io e mio marito litighiamo mi tornano in mente questi ricordi, il dolore che sentivo e non desidero altro che fermarmi con lui, dialogare, ritrovarci veramente, chiarendoci subito. Il nostro matrimonio è ciò che di più prezioso abbiamo e io non voglio ripetere gli sbagli dei miei genitori.

Ringrazio Dio per tutto quello che ho passato, tutto. Tutto mi è servito per crescere, tutto mi ha fatta maturare, tutto ha contribuito a rendere la mia vita unica. Il dolore forgia, tempra perché in quel dolore Dio è stato con noi, in tanti momenti abbiamo sentito la presenza di Dio, la sua vicinanza. Dio è stato con noi e Lui ci ha salvato!
Ora è tempo di gioire finalmente e il cuore mi scoppia perché sono felice e sento una pace immensa!

 
Chiara
Lettera pubblicata su "la Fedeltà" n. 2 del 14 gennaio 2009
in un dossier a cura di Luigina Ambrogio.

Vedi anche:
RETROUVAILLE: restare coppia

INCONTRO MATRIMONIALE: ti dico SÌ per sempre

Speciale “Laboratorio famiglia”

 

 

 

 

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