Il G8 alla prova dei fatti

Pubblicato il 31-08-2009

di Guido Morganti

 

L’appello del papa raggiunge il vertice del G8 a Hokkaido. I Grandi della terra sono chiamati a mettere al centro i bisogni dei più poveri.

di Guido Morganti

Il Summit dei G8 che si sta svolgendo in Giappone è una occasione perché i Capi di Stato e di governo partecipanti dimostrino che sta loro a cuore il futuro del mondo. Come è già successo per l’ultimo vertice della Fao, le speranze che i "potenti" si decidano a pensare non solo ai propri interessi è ridotta al lumicino, ma pur sempre è una fiammella !
All’Angelus di domenica 6 luglio il papa ha ricordato che per questo appuntamento "si sono alzate numerose voci – tra cui quelle dei Presidenti delle Conferenze Episcopali delle nazioni che partecipano al vertice - per chiedere che si realizzino gli impegni assunti nei precedenti appuntamenti del G8 e si adottino coraggiosamente tutte le misure necessarie per vincere i flagelli della povertà estrema, della fame, delle malattie, dell’analfabetismo, che colpiscono ancora tanta parte dell’umanità".

Nel suo accorato appello Benedetto XVI ha invitato i partecipanti "affinché al centro delle loro deliberazioni mettano i bisogni delle popolazioni più deboli e più povere" e ha denunciato con forza le cause che rendono sempre più drammatica la vita dei più poveri, "la cui vulnerabilità è oggi accresciuta a causa delle speculazioni e delle turbolenze finanziarie e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia". Ha poi concluso auspicando che "generosità e lungimiranza aiutino a prendere decisioni atte a rilanciare un equo processo di sviluppo integrale, a salvaguardia della dignità umana".

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Ci auguriamo che questa lettura della situazione attuale non cada nel vuoto
, ma che dalle parole si passi ai fatti. Cibo, acqua, energia, istruzione, cure sono sfide di cui i grandi della terra devono farsi carico.
Ogni giorno la fame e la malnutrizione provocano la morte di oltre 30.000 persone. C’è bisogno di un forte impegno internazionale per la giustizia e per la solidarietà, impegno non più rinviabile se è vero che basterebbero poche decine di miliardi di dollari l’anno per sconfiggere la fame, a fronte di spese militari di gran lunga superiori.
Per il momento dei 50 miliardi di dollari promessi dal G8 del 2005 ne sono stati raccolti circa 11, di questi 1 stanziato dal nostro Paese.

La profetica frase che Paolo VI aveva gridata nella Populorum Progressio (1967) è oggi attuale più che mai: "Una cosa va ribadita di nuovo: il superfluo dei paesi ricchi deve servire ai paesi poveri. La regola che valeva un tempo in favore dei più vicini deve essere applicata oggi alla totalità dei bisognosi del mondo. I ricchi saranno del resto i primi ad esserne avvantaggiati. Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia, non potranno che suscitare il giudizio di Dio e la collera dei poveri, con conseguenze imprevedibili.

Chiudendosi dentro la corazza del proprio egoismo, le civiltà attualmente fiorenti finirebbero con l'attentare ai loro valori più alti, sacrificando la volontà di essere di più alla bramosia di avere di più. E sarebbe da applicare ad essi la parabola dell'uomo ricco, le cui terre avevano dato frutti copiosi e che non sapeva dove mettere al sicuro il suo raccolto: «Dio gli disse: Insensato, questa notte stessa la tua anima ti sarà ritolta» (Lc 12,20)".


di Guido Morganti

 

 

 

 

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